“Extraterrestre ” – Eugenio Finardi
Categoria: Aria
Hells Bells
Grazie alla Vita
Mi lamento di tante cazzate, poi mi trovo davanti cose che mi fanno tornare coi piedi sulla terra.
Come questa. E come l’alba di ieri mattina. Ogni tanto fa bene ricordarsene. Un ping.

“Grazie alla vita” – Gabriella Ferri
Learn to Fly
Now I’m looking to the sky to save me
Looking for a sign of life
Looking for something to help me burn out bright
I’m looking for a complication
Looking ‘cause I’m tired of lying
Make my way back home when I learn to fly high
“Learn to Fly” – Foo Fighters
Little Wing

“Little Wing” – Pearl Jam (Cover)
Well, she’s walking through the clouds,
With a circus mind that’s running wild,
Butterflies and Zebras,
And Moonbeams and fairy tales.
That’s all she ever thinks about.
Riding with the wind.
When I’m sad, she comes to me,
With a thousand smiles she gives to me free.
It’s alright, she says it’s alright,
Take anything you want from me,
Anything.
Fly on little wing.
Chagall e la MasterCard
Le vent nous portera
Lanzarote è stata una sorpresa. Sapevo che avrei trovato una terra vulcanica e quindi aspra, ma è pur sempre nella fascia sub-tropicale. E invece l’ho scoperta molto simile all’Islanda, ma ancora più asciutta e scarna, lassù c’è tanto verde, qui ce n’è pochissimo. Distese scure e brulle, da lontano appaiono come terreni grossolanamente vangati, ma ti avvicini e quelle che sembravano zolle di terra sono invece blocchi di lava spigolosi, ammassati uno sull’altro come se l’ultima eruzione ci fosse stata un anno fa invece che quasi duecento.
Qualche albero solo intorno ai villaggi. In prossimità dei vulcani, le distese di lava solidificata su cui si cammina, dura e tagliente, sono ricoperte da licheni e da qualche pianta grassa, e questa è la vegetazione più rigogliosa. Il terreno è un susseguirsi di crepacci e blocchi più o meno grandi, scomposti e sovrapposti, testimonianza della potenza che scorre sotto i nostri piedi.
Questa non è una zona turistica, ti guardi intorno e non c’è anima viva. Se ti lasci andare un attimo potresti immaginare di essere nel mesozoico, e intravedere da lontano la sagoma di un dinosauro. Non ti stupiresti neanche se accadesse davvero.
Tutto intorno all’isola, la potenza dell’oceano che si abbatte sulle coste infrangendo le onde sulle spiaggie e sulle rocce. Mi piace guardarle montare da lontano e arrivare a sciogliersi ai miei piedi in rivoli di schiuma bianca che contrastano col nero della spiaggia e delle rocce. Mi son portata a casa la registrazione audio anche di questo mare, come di tutti gli altri.
Ad abbracciare il tutto, una presenza costante nel tempo e nelle ore del giorno e della notte, tangibile nella sua forza: il vento. L’elemento ricorrente che ha plasmato l’isola nella sua essenza, la probabile causa primaria del suo essere così dura e incontaminata.
Il bianco e nero è accentuato, in qualche caso esasperato per dar corpo anche ad un altro aspetto. Lanzarote è famosa per essere un’isola senza inverno, noi abbiamo trovato un’ulteriore similitudine con l’Islanda estiva: il clima. Ci hanno detto che erano almeno trent’anni che non si registrava una stagione del genere. Vento freddo e pungente, temperature basse, rari sprazzi di azzurro in un cielo quasi costantemente grigio, di quel grigio di poco spessore buono solo a catturare i colori.
“Le Vent nous portera” – Sophie Hunger
Je n’ai pas peur de la route
Faudrait voir, faut qu’on y goûte
Des méandres au creux des reins
Et tout ira bien
Le vent nous portera
Ton message à la grande ourse
Et la trajectoire de la course
A l’instantané de velours
Même s’il ne sert à rien
Le vent l’emportera
Tout disparaîtra
Le vent nous portera
La caresse et la mitraille
Cette plaie qui nous tiraille
Le palais des autres jours
D’hier et demain
Le vent les portera
Génétique en bandoulière
Des chromosomes dans l’atmosphère
Des taxis pour les galaxies
Et mon tapis volant dis
Le vent l’emportera
Tout disparaîtra
Le vent nous portera
Ce parfum de nos années mortes
Ceux qui peuvent frapper à ta porte
Infinité de destins
On en pose un, qu’est-ce qu’on en retient?
Le vent l’emportera
Pendant que la marée monte
Et que chacun refait ses comptes
J’emmène au creux de mon ombre
Des poussières de toi
Le vent l’emportera
Tout disparaîtra
Le vent nous portera
Lacio Drom
E’ passato solo qualche mese dall’ultima “gita” e mi sembrano invece tanti, sarà che sono stata ferma così a lungo che ora ho addosso la smania del recupero. Prima o poi finirà, oppure no. Io spero di no, ma non c’è bisogno di pensarci adesso.
Ho iniziato a scrivere dal posto 11A del volo Madrid-Lanzarote, all’arrivo mi aspettano cinque giorni in giro per l’isola alla ricerca degli scorci più belli e suggestivi da fotografare. Sotto di me le nuvole, ogni volta che prendo un aereo chiedo il posto vicino al finestrino per potermele guardare. Mi hanno sempre affascinato, e pure se soffro di vertigini mi piacerebbe poterci volare in mezzo con un paio d’ali sulla schiena. Potrei anche accontentarmi di farlo sulle ali di un drago come Atreyu oppure a cavallo di una scopa come Amelia.
La scopa certo mi si addice di più, e poi ci sarebbero anche un paio di viaggetti che avrei dovuto già fare con questo mezzo, e siccome ogni promessa è debito, prima o poi li farò.
Per ora mi accontento di guardare queste nuvole gonfie dall’alto, seduta comodamente sulla poltroncina dell’aereo e con gli occhi accostati al finestrino.
Sarà un bel break dalla routine di tutti i giorni, ne sono sicura.
Seconda stella a destra
“Chi non crede alla magia, non la troverà mai”
“L’isola che non c’è” – Edoardo Bennato
The invitation
It doesn’t interest me what you do for a living. I want to know what you ache for and if you dare to dream of meeting your heart’s longing.
It doesn’t interest me how old you are. I want to know if you will risk looking like a fool for love, for your dream, for the adventure of being alive.
It doesn’t interest me what planets are squaring your moon. I want to know if you have touched the centre of your own sorrow, if you have been opened by life’s betrayals or have become shrivelled and closed from fear of further pain.
I want to know if you can sit with pain, mine or your own, without moving to hide it, or fade it, or fix it.
I want to know if you can be with joy, mine or your own; if you can dance with wildness and let the ecstasy fill you to the tips of your fingers and toes without cautioning us to be careful, be realistic, remember the limitations of being human.
It doesn’t interest me if the story you are telling me is true. I want to know if you can disappoint another to be true to yourself. If you can bear the accusation of betrayal and not betray your own soul. If you can be faithless and therefore trustworthy.
I want to know if you can see Beauty even when it is not pretty every day. And if you can source your own life from its presence.
I want to know if you can live with failure, yours and mine, and still stand at the edge of the lake and shout to the silver of the full moon, ‘Yes.’
It doesn’t interest me to know where you live or how much money you have. I want to know if you can get up after the night of grief and despair, weary and bruised to the bone and do what needs to be done to feed the children.
It doesn’t interest me who you know or how you came to be here. I want to know if you will stand in the centre of the fire with me and not shrink back.
It doesn’t interest me where or what or with whom you have studied. I want to know what sustains you from the inside when all else falls away.
I want to know if you can be alone with yourself and if you truly like the company you keep in the empty moments.
(Oriah Mountain Dreamer)
“Dimmi” – Sulutumana
Non mi interessa che cosa fai per guadagnarti da vivere,
voglio sapere che cosa ti fa soffrire e se osi sognare di incontrare il desiderio nel tuo cuore.
Non mi interessa quanti anni hai,
voglio sapere se rischierai di sembrare ridicolo per amore,
per i tuoi sogni, per l’avventura di essere vivo.
Non mi interessa quali pianeti sono in quadratura con la tua luna,
voglio sapere se hai toccato il centro del tuo dispiacere,
se sei stato aperto dai tradimenti della vita o ti sei inaridito e chiuso
per la paura di soffrire ancora.
Voglio sapere se puoi sopportare il dolore, mio o tuo,
senza muoverti per nasconderlo, sfumarlo o risolverlo.
Voglio sapere se puoi vivere con la gioia, mia o tua,
se puoi danzare con la natura e lasciare che l’estasi ti pervada
dalla testa ai piedi senza chiedere di essere attenti,
di essere realistici o di ricordare i limiti dell’essere umani.
Non mi interessa se la storia che racconti è vera,
voglio sapere se riusciresti a deludere qualcuno per mantenere fede a te stesso,
se riesci a sopportare l’accusa di tradimento senza tradire la tua anima.
Voglio sapere se puoi essere fedele e quindi degno di fiducia.
Voglio sapere se riesci a vedere la bellezza anche quando non è sempre
bella; e se puoi ricavare vita dalla Sua presenza.
Voglio sapere se riesci a vivere con il fallimento, mio e tuo,
e comunque rimanere in riva a un lago e gridare alla luna piena d’argento: “Sì!”
Non mi interessa sapere dove vivi o quanti soldi hai,
voglio sapere se riesci ad alzarti dopo una notte di dolore e di disperazione,
sfinito e profondamente ferito e fare ugualmente quello che devi per i tuoi figli.
Non mi interessa chi sei e come sei arrivato qui,
voglio sapere se rimani al centro del fuoco con me senza ritirarti.
Non mi interessa dove o che cosa o con chi hai studiato,
voglio sapere chi ti sostiene all’interno, quando tutto il resto ti abbandona.
Voglio sapere se riesci a stare da solo con te stesso e se
apprezzi veramente la compagnia che ti sai tenere nei momenti di vuoto.
































