Quarantasei [im]perfezioni

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I jeans ruvidi, asciugati al sole
Diabolik, Batman, Zanardi
Il ricordo indelebile di un forno a gas
Jake & Elwood Blues
Gli indici che puntano uno ad est e l’altro a ovest
Benicio del Toro, Jeff Goldblum, Jean Reno
Le linee che scavano i palmi delle mani
William Klein, Francesca Woodman, Brassaï
Un sopracciglio leggermente più alto dell’altro
Le fotografie scattate di notte
Una bici con cestino custom, entrambi di ennesima mano
Bukowski, Scerbanenco, Chandler
I tacchi delle scarpe consumati all’esterno
Il letto sfatto con le lenzuola spiegazzate
I visi spiegazzati
Nina Simone, Amy Winehouse, Tina Turner
Il parquet usurato da tutti gli amici che ci hanno camminato sopra
La Nike di Samotracia
Il terzo dito del piede più lungo di tutti gli altri
La nebbia
Brian Griffin, Telespalla Bob, Grisù
Una stampella di legno caduta sul naso
Un vecchio Laguiole con l’impugnatura in quercia
Un cuore graffiato e un po’ arrugginito
Rust Cohle, Jon Snow, il Signor Spock
Il bianco che avanza
Un ginocchio rigato da uno scoglio
Frida Kahlo, van Gogh, Banksy
Un paio di Timberland ingrassate ogni inverno

Quarantasei, come gli anni di oggi
Che non li scambierei con venti di meno, perché non avrei neanche un quarto di tutto questo

Cheers! 🍻

“Why not think about times to come
And not about the things that you’ve done
If your life was bad to you
Just think what tomorrow will do

Don’t stop thinking about tomorrow
Don’t stop, it’ll soon be here
It’ll be, better than before,
Yesterday’s gone, yesterday’s gone”

Do you read me?

Una birra, il sole, l’acqua della Darsena.
Dentro un bicchiere come questo ci si può vedere qualunque cosa.

Beer & Darsena

“Do you read me” – Ghinzu

Off Topic – Due pesi, due misure

I rodimenti che m‘assalgono a fronte di determinate cose che vedo o che mi capitano di solito li scrivo di là, questo blog è fatto di fotografie, musica ed esperienze strettamente personali. Stavolta però ho deciso di fare un’eccezione e scrivere un off topic.

Bar fronte ufficio, come ogni mattina sfoglio il giornale mentre bevo il caffè. Il titolo centrale di Leggo (e di diverse altre testate di oggi) è uno di quelli che mi fanno girare parecchio le scatole, non per il contenuto in sé quanto per le disparità che immediatamente mi richiama alla mente. Lo faccio notare al mio collega, uomo, e scopro che ha fatto la mia stessa riflessione.
Nel testo dell’articolo si legge che «Sono già in corso e sono stati fatti procedimenti disciplinari per medici che sconsigliano i vaccini. Si può arrivare anche alla radiazione.»

Ora qualcuno mi spiega perché un analogo comportamento non viene seguito per i medici che si rifiutano di praticare l’aborto o di assistere donne che assumono la RU486? Per le ferriste che in sala operatoria hanno incrociato le braccia con un intervento in corso? Sembra anzi che i medici che si definiscono “obiettori di coscienza” abbiano vita più facile in Italia, al contrario di chi, lavorando nei termini di legge e garantendo i diritti delle donne, si trova ad essere oggetto di critiche, mobbing, denunce per omicidio. Volendo approfondire l’argomento ci sono tonnellate di pagine e articoli sul web.

Obiettori. Ma obiettori di cosa? Io non è che sia favorevole all’aborto a prescindere, e non lo considero un metodo di controllo delle nascite, però ci sono tanti motivi per cui una donna può decidere di volerlo fare, basti pensare a casi di violenze o malformazioni, che non sono poi così rari, e il medico non deve e non può entrare nel merito dei motivi; dietro ogni caso c’è una storia che possiamo solo vagamente immaginare. E’ vero che ci sono anche donne che affrontano la questione con leggerezza, ma esiste una legge che definisce regole e confini precisi entro cui potersi muovere, e tale legge va rispettata. Da tutti. Non esiste invece analoga legge per i vaccini, che, per quanto importanti siano, rimangono comunque facoltativi tranne i quattro somministrati alla nascita e pochi altri molto specifici, strettamente collegati alla professione svolta.

Il succo del discorso è che per alcuni medici si chiede la sospensione/radiazione per aver espresso una opinione, mentre altri rimangono al loro posto pur non avendo rispettato una legge dello stato. Il trattamento mi sembra quantomeno impari.
Fare il ginecologo non è un obbligo, se proprio hai deciso che vuoi fare il medico e hai problemi di coscienza, allora scegli un’altra branca, che so, ortopedia, otorinolaringoiatria, e certi scupoli non ti verranno mai. Ma se scegli proprio quella specializzazione lì, allora sai a cosa vai incontro, e dovrai garantire i diritti e l’assistenza di ogni donna che ti si presenterà davanti.

La medicina la considero un po’ come la religione/chiesa, nessuno ti forza a crederci e a farne parte, ma se lo fai allora devi essere coerente e rispettarne i dogmi.
E da qui deriva il grosso dei problemi di “coscienza”, perché le due strade non si incrociano sulle questioni più critiche, vedi anche la ricerca sulle cellule staminali embrionali (che hanno un potenziale immenso), o la definizione dello stato di morte ai fini del trapianto d’organi.

Ecco perché penso che un medico, per poter fare correttamente e coscientemente il suo lavoro, dovrebbe essere ateo.

Skateaway

“no fears alone at night she’s sailing through the crowd
in her ears the phones are tight and the music’s playing loud”

“Skateaway” – Dire Straits