Quello che non ho

Due mesi nel primo appartamento, uno nel secondo, nel terzo ci entrerò in pianta stabile tra pochi giorni. E’ obiettivamente molto carino, appena ristrutturato, parquet ovunque, più piccolo di quanto desiderassi ma con tutte le dotazioni, si parcheggia facilmente nei dintorni, ed è vicino a un parco, ai Navigli, alla metro e a dove lavoro. Accuratamente selezionato in due mesi di ricerche tra centinaia di annunci pubblicati su siti web e agenzie. Facendo un’analisi costi-benefici, ne risulta una sistemazione quasi perfetta per le mie esigenze.

La casa in cui ho passato il mese di aprile invece l’avevo vista solo mentre era in corso di sistemazione, una soluzione di appoggio procuratami dalla proprietaria del primo appartamento (è la vecchia casa di una sua amica che vive fuori Milano, disabitata da anni, che hanno deciso di affittare attraverso Airbnb). Nonostante il casino, le potenzialità erano evidenti, tant’è che avevo chiesto subito di affittarla a lungo termine. Picche, la proprietaria vuole gestire solo brevi periodi.

Dovevo prendere una decisione, continuare a traslocare ogni tre per due era insostenibile, e quindi ho firmato un contratto 4+4 per la casa fronte parco. Con un po’ di insicurezza, che ho attribuito lì per lì all’idea di dovermi legare a un posto non mio per così tanto tempo. Il motivo reale mi è diventato chiaro mano mano che passavano i giorni. Perché quando ci sono entrata per la prima volta da sola, l’appartamento in cui andrò a vivere, con la sua algida perfezione bianco/rovere e il silenzio quasi innaturale, mi ha gettato addosso un senso di smarrimento e di freddezza. È un po’ come con gli uomini, tra uno tirato e senza una piega né addosso e né sul viso, e uno meno preciso e con la vita scritta intorno agli occhi, è dal secondo che sono attratta.

E succede che questo posto con gli spifferi sotto la porta, la cucina anni ‘80, la finestra che scricchiola e fa arrivare un po’ del casino della strada, senza aria condizionata, senza lavastoviglie e col parcheggio in culo al mondo, mi faccia sentire a casa. Perché a parità di metri quadri, la disposizione è come l’avrei fatta io e lo spazio è sfruttato al centimetro. Perché c’è tanto posto per le mie cose e per i libri. Perché sul divano mi ci sono addormentata subito la prima sera. Perché i rumori che arrivano da fuori mi fanno compagnia. Perché dall’altra parte della strada c’è un negozio che vende formaggi buonissimi. Perché è bello fare colazione davanti a qualcuno che ti sorride, anche se è il barista della caffetteria qui sotto che ha memorizzato brioche piccola e latte macchiato al secondo giorno. Perché aprire gli occhi sotto il lucernario è quasi come svegliarsi in mezzo a un prato e stiracchiarsi con le nuvole che passano sopra. Perché fuori dalla finestra c’è l’acqua, e solo a guardarla mi sento in pace con me stessa e con il mondo. Perché svoltare con la bici in via Corsico e pedalare lungo il Naviglio Grande quando è ancora spoglio delle persone e dei tavoli è un gran bel modo di iniziare la giornata, e fermarsi per una birra ogni tanto mentre rientro dopo il lavoro è altrettanto piacevole.

Poco mi importa dei difetti che ho scoperto vivendoci o dei comfort a cui dovrei rinunciare, se potessi scegliere, farei a meno di tutto e rimarrei qui invece che traslocare di là. Per citare De André, “Quello che non ho è quel che non mi manca”. L’amore, anche per una casa, porta a questo, a fare rinunce e sacrifici incondizionati pur di avere quanto si desidera, perché basta a colmare le mancanze.

 

“Quello che non ho” – Fabrizio de André

Quello che non ho è una camicia bianca
quello che non ho è un segreto in banca
quello che non ho sono le tue pistole
per conquistarmi il cielo per guadagnarmi il sole.

Quello che non ho è di farla franca
quello che non ho è quel che non mi manca
quello che non ho sono le tue parole
per guadagnarmi il cielo per conquistarmi il sole.

Quello che non ho è un orologio avanti
per correre più in fretta e avervi più distanti
quello che non ho è un treno arrugginito
che mi riporti indietro da dove sono partito.

Quello che non ho sono i tuoi denti d’oro
quello che non ho è un pranzo di lavoro
quello che non ho è questa prateria
per correre più forte della malinconia.

Quello che non ho sono le mani in pasta
quello che non ho è un indirizzo in tasca
quello che non ho sei tu dalla mia parte
quello che non ho è di fregarti a carte.

Quello che non ho è una camicia bianca
quello che non ho è di farla franca
quello che non ho sono le sue pistole
per conquistarmi il cielo per guadagnarmi il sole.

Quello che non ho…

Grazie alla Vita

Mi lamento di tante cazzate, poi mi trovo davanti cose che mi fanno tornare coi piedi sulla terra.
Come questa. E come l’alba di ieri mattina. Ogni tanto fa bene ricordarsene. Un ping.

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“Grazie alla vita” – Gabriella Ferri

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If it makes you happy…

If it makes you happy
It can’t be that bad
If it makes you happy
Then why the hell are you so sad?

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“If it makes you happy” – Sheryl Crow from Crossroads 2007

I belong, a long way from here
I put on a poncho and played for mosquitoes
And drank ‘till I was thirsty again
We went searching, through thrift store jungles

Found Geronimo’s rifle, Marilyn’s shampoo
And Benny Goodman’s corset and pen
Well, okay, I made this up
I promise you I’d never give up

If it makes you happy
It can’t be that bad
If it makes you happy
Then why the hell are you so sad?

Get down, real low down
You listen to Coltrane, derail your own train
Well, who hasn’t been there before?

I come ‘round, around the hard way
Bring you comics in bed
Scrape the mold off the bread
And serve you french toast again
Okay, I still get stoned
I’m not the kind of girl you’d take home

If it makes you happy
It can’t be that bad
If it makes you happy
Then why the hell are you so sad?

If it makes you happy
It can’t be that bad
If it makes you happy
Then why the hell are you so sad?

We’ve been far, far away from here
I put on a poncho and played for mosquitoes
And everywhere in between
Well, okay, we get along
So what if right now, everything’s wrong?

If it makes you happy
It can’t be that bad
If it makes you happy
Then why the hell are you so sad?

If it makes you happy
It can’t be that bad
If it makes you happy
Then why the hell are you so sad?

Learn to Fly

Now I’m looking to the sky to save me
Looking for a sign of life
Looking for something to help me burn out bright
I’m looking for a complication
Looking ‘cause I’m tired of lying
Make my way back home when I learn to fly high

Fly!

“Learn to Fly” – Foo Fighters

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Razzi arpia inferno e fiamme



“Razzi Arpia Inferno e Fiamme” – Verdena

Non vivo in me,
non so chi sei
Denti per tre io non ho più
mi acciglierò

Dosi mai più,rimani giù
Forse a Gesù non crederei
se fosse qua
L’inferno in me
va in fiamme ormai

Razzi,arpia danni miei,
più che mai danni miei
Pause nel tempo riavrai
mentre la mente è in orbita

Crack

“There is a crack in everything. That’s how the light gets in.”

(Leonard Cohen)

Crack!

“Invisible Sun” – The Police

 

Dove nascono gli iceberg

«Ciò che vedete dipende dalle teorie che usate per interpretare le vostre osservazioni.»
(Albert Einstein)

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“People Are Strange” – The Doors

People are strange when you’re a stranger
Faces look ugly when you’re alone
Women seem wicked when you’re unwanted
Streets are uneven when you’re down

When you’re strange
Faces come out of the rain
When you’re strange
No one remembers your name
When you’re strange
When you’re strange
When you’re strange

People are strange when you’re a stranger
Faces look ugly when you’re alone
Women seem wicked when you’re unwanted
Streets are uneven when you’re down

When you’re strange
Faces come out of the rain
When you’re strange
No one remembers your name
When you’re strange
When you’re strange
When you’re strange

When you’re strange
Faces come out of the rain
When you’re strange
No one remembers your name
When you’re strange
When you’re strange
When you’re strange

Little Wing

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“Little Wing” – Pearl Jam (Cover)

Well, she’s walking through the clouds,
With a circus mind that’s running wild,
Butterflies and Zebras,
And Moonbeams and fairy tales.
That’s all she ever thinks about.
Riding with the wind.

When I’m sad, she comes to me,
With a thousand smiles she gives to me free.
It’s alright, she says it’s alright,
Take anything you want from me,
Anything.
Fly on little wing.

While you see a chance

“And that old gray wind is blowing
And there’s nothing left worth knowing
And it’s time you should be going
While you see a chance take it,
Find romance fake it
Because it’s all on you”

Quel che è appeso alla lavagna magnetica nel mio soggiorno è una manciata di carta, pochi grammi che potrei accartocciare nel palmo della mia piccola mano. Ma ci tengo troppo per farlo, perché in quei pochi grammi c’è la mia vita. Quella trascorsa fino ad oggi, ciò che ha contribuito a fare di me la persona che sono. Bè non proprio tutto, pure le cose brutte hanno influito, ma quelle non ci tengo a trovarmele davanti agli occhi ogni volta che rientro e poggio le chiavi sulla mensola.

 

imageCi sono io a poco più di un anno, che appena cammino. Di lì a poco avrei messo le scarpe ortopediche. Chissà perché tutti quelli della mia età prima o poi le hanno portate. A posteriori, non hanno funzionato gran che, ancora consumo i tacchi più all’esterno che all’interno. Scarpe ortopediche e nuoto correttivo. Vasche su vasche tutte a dorso, e lo odiavo ché mi entravano sempre gli spruzzi d’acqua nel naso e a me piaceva nuotare a rana, ma pare che non fosse lo stile adatto a correggere il mio difetto. Ho odiato il dorso ma ho imparato ad amare l’acqua, soprattutto quella del mare.  Non ne uscivo finché non avevo gli occhi rossi e le mani lesse, incurante degli ultimatum di mia madre.

 

Da grande ho incontrato la barca a vela e la subacquea, che mi si sono annidate dentro come un virus inestirpabile. Come fai a spiegare a qualcuno che non ci è mai stato come ci si sente a filare sull’acqua trasportati dalle vele, accompagnati dal vento e dallo sciabordio dell’acqua? Tuffarsi nel mare al mattino ancora prima di aver fatto colazione? Nuotare lì sotto, immersi nel blu con il solo rumore del respiro, e davanti agli occhi pesciolini di barriera, gorgonie, coralli, murene, tartarughe, squali, mante, relitti. È il mio paradiso e l’ora di risalire arriva sempre troppo presto.

 

imageC’è la musica. Il concerto dei Pink Floyd del novantaquattro, ancora mi sento addosso gli stessi brividi di allora sulle prime note di piano di “The great gig in the sky”. Quello degli AC/DC di questa estate, bello ma non paragonabile, e il jazz che ho imparato ad apprezzare vivendo accanto a qualcuno che ne sa.

 

imageC’è una M e il regalo di compleanno più bello che potesse farmi, quella strisciolina di carta scritta a mano che accompagnava un quadro fatto dipingere apposta per me. Ci sono i libri e i fumetti di Pratt e Pazienza e il monito che un’altra M mi ha lasciato sotto forma di segnalibro. C’è la birra e la buona tavola. Manca un tappo del mio gin preferito, ma a quello rimedierò presto.

 

imageCi sono i viaggi. Praga, il primo dopo il lungo buio, New York quando pensavo di aver raggiunto non dico la felicità ma almeno la serenità. Di Berlino ho bruciato tutto, non ne doveva rimanere traccia. Ci sono quelli del 2014, che son serviti a far ripartire la mia vita attraverso la macchina fotografica. E il biglietto di un treno comprato un giorno in cui il cuore perdeva i battiti tanto erano fitti.

 

Ecco, questo quadrato di metallo con appiccicata tutta me sta per traslocare a esattamente cinquecentotrentasei chilometri più a nord di qui, insieme al quadro di M. Sono gli unici pezzi che staccherò dalle pareti, tutto il resto rimarrà al suo posto. Poi comprerò un altro quadrato uguale a quello, lo appenderò vicino e continuerò ad attaccarci altri pezzetti di me.
Nuovi, diversi, ma sempre miei.

 

“While You See A Chance” – Steve Winwood

Stand up in a clear blue morning
Until you see what can be
Alone in a cold day dawning
Are you still free
Can you be

When some cold tomorrow finds you
When some sad old dream reminds you
How the endless road unwinds you
While you see a chance take it
Find romance, fake it
Because it’s all on you

Don’t you know by now
No one gives you anything
Don’t you wonder how you keep on moving
One more day
Your way
Ooooooooh, your way

When there’s no one left to leave you
Even you don’t quite believe you
That’s when nothing can deceive you
While you see a chance take it
Find romance, fake it
Because it’s all on you

Stand up in a clear blue morning
Until you see
What can be
Alone in a cold day dawning
Are you still free
Can you be

And that old gray wind is blowing
And there’s nothing left worth knowing
And it’s time you should be going

While you see a chance take it
Find romance, fake it
Because it’s all on you

While you see a chance take it
Find romance

Game Over

Game over

“Cara catastrofe” – Le luci della centrale elettrica

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