Sfocato, sgranato, tentato, fallibile, imperfetto. Ma vissuto.
Buon anno.
La musica, per una volta, mettete la vostra.
Categoria: Fotografia
California Dreamin’
[Qualche settimana fa ho chiesto a due amici, Monia e Michele, entrambi che fotografono in modo interessante e originale, scrivono con uno stile che mi piace e intriga, e raccontano pezzi della loro vita in modo onesto e diretto, ho chiesto loro – dicevo – di pubblicare un loro post basato su una canzone: mi pare ne sia uscita una bella triplice 3-M esperienza, un brodo-wordpress che riflette le nostre vite, le nostre poetiche e le foto che spesso scattiamo solo con gli occhi …]
La radio trasmette scariche elettrostatiche, intervallate da brevissimi brani di canzoni inascoltabili, e da proclami di pura ortodossia lanciati da Radio Maria, unica stazione sulla quale questo cazzo di apparecchio a galena si continui a risintonizzare.
Nei pochi secondi in cui la musica emerge quasi indecisa e perturbata, il rumore di motore, telaio e meccanismi assortiti del vecchio Defender 2003 TD5, ne copre…
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Skyway 3469
Night-time #2
Ghost in the Shell
I go to sleep
Where is my mind?
The Overlook Hotel
Alcune cose che ho imparato della Scozia/#3 (Scegliete la vita)
Non è un paese per giovani. Tutte le Betty dei B&B in cui abbiamo alloggiato sono adorabili casalinghe di mezza età che al mattino ti svegliano col profumo di apple pie appena sfornata, cucinano uova strapazzate solo per te sul piano cottura a otto fuochi ed è tutto lovely oppure awful. Chiome bionde gonfie di bigodini, mariti dediti al DIY con una cura maniacale per le siepi e i muretti a secco, moquette beige inverosimilmente morbide e immacolate anche al piano terra. Carte da parati, maxischermi e divani a quadri, figli e nipoti visibili solo in formato A4 appesi alle pareti del salottino. Ma i nani da giardino vestiti da surfisti flippati fanno sorgere dubbi.
Non è neanche un paese per deboli, e come dice chi c’è nato, ha solo due stagioni: giugno e l’inverno. Il binocolo che è in ogni casa non è chiaro se serva a scambiarsi segnali coi vicini o scrutare il cielo per prevederne le evoluzioni. Che si trovino davanti un allevatore, un pescatore o il marito della Betty, il vento piega, l’oceano scava, l’inverno tempra. E alle sei del pomeriggio, allevatore, pescatore, Betty e marito di Betty sono tutti connessi al social network preferito.
E quindi figli e nipoti dove sono? Glasgow è un ingorgo di auto, vetri specchiati e residui industriali; la periferia di Edimburgo una sequenza ininterrotta di casette grigie dalle finestre a riquadri, tetto ardesia e giardinetto curato ai lati del corto vialetto. Per percorrere le quaranta miglia tra una città e l’altra ci son volute due ore, pare d’essere in tangenziale alle otto e mezzo del mattino e ti viene pure da chiedere: ma se lavorate a Glasgow perché diavolo vi siete presi casa a Edimburgo? Il Royal Mile è un troiaio di souvenir tartan e persone di tutti i tipi, il Fringe festival aggiunge un ulteriore livello di casino, sgomitare per uscirne al più presto e guadagnare le vie laterali.
Ecco, i figli e i nipoti delle Betty che sono sopravvissuti a un’infanzia coi surfisti da giardino è qui che hanno trovato rifugio. E adesso capisco meglio anche Trainspotting.(Il viaggio poteva finire a Eilean Donan. Inverness è infestata dalla vicinanza di Loch Ness, Nessieland è un carrozzone turistico costruito dal nulla sul nulla intorno a un lago pure bruttino e visibile solo dal molo di imbarco delle crociere. Per il nulla, che se anche ci fosse stata davvero, Nessie, se ne è andata da mò a farsi i cazzi suoi in una baietta tranquilla delle Shetland)
P.S: Il mare mi è mancato tanto, e qualcuno dovrebbe inventare il teletrasporto per i viaggi di ritorno, che mi sono da sempre antipatici, e l’autolavaggio di tutte le robe sporche. Dopo aver chiuso la porta e mollato lo zaino in un angolo, ho resistito in casa il tempo di una lasagna, un aggiornamento sulla crisi di governo e due puntate di La Casa di Carta, poi fuori in bici che anche te mi sei mancata, e sei bella quando sei ancora quasi vuota.
“Lust For Life” – Iggy Pop
Alcune cose che ho imparato della Scozia/#2
Il verde delle Ebridi sfugge a qualsiasi tentativo di catalogazione, non esiste neanche nello sterminato archivio Pantone. E’ sfacciato e invadente, e neanche la pioggia o le nuvole grigie riescono a smorzarlo. Di una bellezza imbarazzante.
Gli animali sono come la terra che calpestano. Ti guardano piantandoti gli occhi negli occhi senza indietreggiare, come a volerti dire questa è casa mia e qui comando io, e tu non mi fai paura. E infatti quando te li ritrovi in mezzo alla strada, sei tu che devi scendere dall’auto e pregarli di spostarsi.
Tanto evidente è la terra quanto discreto è il mare, che poi quello tutto intorno è già oceano ed è discreto finché non decide di bussarti alla porta. E’ di un blu profondo e intenso, che può diventare grigio scuro o argento luminosissimo come se Poseidone avesse deciso di placcarne la superficie per riflettere il sole e il colore del cielo.
A giudicare dai nomi degli scafi, gli armatori della zona amano il rock. Tutti carichi di nasse da granchi, ho immaginato i pescherecci al largo comandati dai capitani della Time Bandit o della Cornelia Marie, con adeguata musica di fondo.
Se ti siedi lungo la costa a goderti uno spicchio di sole, può succedere di notare un movimento nell’acqua e veder spuntare la testa di una foca.
Puoi piantare una tenda ovunque.
Quando ti dicono che puoi sperimentare le quattro stagioni tutte insieme, è vero. Passare in pochi secondi dal piumino e cappello di lana alle maniche corte coi piedi in acqua, e in altrettanto poco tempo dover ricomporre tutti gli strati. E si, piove spesso, ma non è un fastidio. E’ una pioggia leggera che basta alzare il cappuccio e continuare come se niente fosse, che al massimo tra dieci minuti è andata.
Eilean Donan dal vivo è ancora più bello che a fotografarlo. Quando cammini sul ponte ti sembra d’essere davvero dentro Highlander.
La densità media delle Ebridi è di cinque abitanti per km², quelle delle Highlands scende a due, che è un terzo ancora meno dell’Islanda. Puoi percorrere miglia e miglia senza incontrare persone, cose, città, dischi volanti, mostri marini. L’unità abitativa denominata villaggio consiste in tre o quattro abitazioni lungo la strada, tutte uguali, tutte con il loro perfetto giardinetto, tutte adibite a B&B, tutte “No vacancies”.
Questa constatazione porta ad una serie di deduzioni, oggetto della terza ed ultima puntata.
“Play Me Like Your Own Hand” – Snow Patrol