Il mio primo oceano, qualche anno fa
“Canzone della bambina portoghese” – Francesco Guccini
E poi e poi, gente viene qui e ti dice di sapere già ogni legge delle cose.
E tutti, sai, vantano un orgoglio cieco di verità fatte di formule vuote…
E tutti, sai, ti san dire come fare,
quali leggi rispettare, quali regole osservare, qual’è il vero vero…
E poi, e poi, tutti chiusi in tante celle fanno a chi parla più forte
per non dir che stelle e morte fan paura…
Al caldo del sole, al mare scendeva la bambina portoghese,
non c’eran parole, rumori soltanto come voci sorprese,
il mare soltanto e il suo primo bikini amaranto,
le cose più belle e la gioia del caldo alla pelle…
Gli amici vicino sembravan sommersi dalla voce del mare…
O sogni o visioni, qualcosa la prese e si mise a pensare,
sentì che era un punto al limite di un continente,
sentì che era un niente, l’Atlantico immenso di fronte…
E in questo sentiva qualcosa di grande
che non riusciva a capire, che non poteva intuire,
che avrebbe spiegato, se avesse capito lei, quell’ oceano infinito…
Ma il caldo l’avvolse, si sentì svanire e si mise a dormire
e fu solo del sole, come di mani future;
restaron soltanto il mare e un bikini amaranto…
E poi e poi, se ti scopri a ricordare, ti accorgerai che non te ne importa niente
e capirai che una sera o una stagione son come lampi, luci accese e dopo spente
e capirai che la vera ambiguità
è la vita che viviamo, il qualcosa che chiamiamo esser uomini…
E poi, e poi, che quel vizio che ti ucciderà non sarà fumare o bere,
ma il qualcosa che ti porti dentro,
cioè vivere, vivere e poi, poi vivere
e poi, poi vivere…
Nel mio immaginario l’Oceano è un posto con delle onde enormi che si infrangono con violenza sulla spiaggia. So bene che nella realtà può essere anche calmissimo.
Ricordo molto bene la prima volta in cui ho visto il Pacifico, era autunno, e lui era placido con il sole che stava per tuffarsi al tramonto. Dovrei avere anche una foto. All’epoca giravo con una reflex al collo
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Anche nel mio immaginario l’Oceano è come lo descrivi te, e il primo così è stato. Ma anche questo è oceano, vedevo le onde montare lontano dalla spiaggia, e man mano che si avvicinavano si scioglievano fino a diventare solo lingue di schiuma bianca sulla spiaggia nera.
P.S. Mi piacerebbe vedere quella foto 🙂
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Sono andato a cercare la foto. E’ molto meno bella di come la ricordavo. E’ stata scattata dal Golden Gate Bridge per fissare il sole che scendeva nell’oceano. Risale ai tempi in cui si usava la pellicola 🙂
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Forse più che la foto ricordavi ciò che hai visto con gli occhi 🙂
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manca il costume amaranto…. 🙂
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quello ce l’avevo addosso io… anche se non sono più una bambina 😉
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Holga? Riconosco la vignettaturas!
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La mia adolescenza è stata accompagnata da Guccini, non solo ascoltato ma anche suonato e cantato. Come spesso accade, poi è stato messo da parte per altra musica che mi ha seguito negli anni successivi, università, lavoro, eccetera. E poi, recentemente, mi sono riavvicinato al bolognese. E ti dico. Per me l’ultimo album “vero” di Guccini è “Radici”. E in questo album ci sono delle chicche, tra cui spicca la “Canzone della bambina portoghese”.
Quel che è bellissimo è l’accostamento dell’arroganza di tutti quelli che ti dicono cosa dire e cosa fare, all’immensità dell’oceano, dell’incertezza, delle domande, che trovano risposte interiori, “sentite”. Perché le risposte alle domande importanti arrivano non perché le ascoltiamo, ma perché le sentiamo. E quella foto è PERFETTA per la bambina portoghese.
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PS: quando ho visto il titolo mi sono venuti i brividi. Pensa che giusto un mese o due fa ho comprato su iTunes solo questa canzone. E ogni tanto me la sento in macchina. Ho visto il titolo e ho pensato “Non dirmi che…” “No dai non può essere”, poi sono arrivato sul blog, ho visto la foto… e poi le parole. E ti ho abbracciato virtualmente, con un sorriso da un orecchio all’altro. 🙂
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Anche io preferisco il “vecchio” Guccini a quello più recente, con l’eccezione di “D’amore di morte e di altre sciocchezze”, che invece mi piace parecchio.
Ma mai quanto questo pezzo, il mio preferito in assoluto, proprio per quello che hai scritto te.
Questa foto è stata scattata proprio lì, in Portogallo, sulla spiaggia di Cascais, è stato bello stare lì su quella spiaggia con questo pezzo nelle orecchie, ascoltato e riascoltato… mi son guardata intorno per cercare una bambina col costume amaranto, ma non l’ho trovata 🙂
Non so perché ma in questi giorni mi è tornato in mente, e lo sto riascoltando a raffica…
Un abbraccio anche a te 😀
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La contrapposizione della cultura del dubbio a quella delle certezze, è un altro dei temi della canzone che la rendono eccezionalmente bella. Che si ritrova anche ne “L’orizzonte di K.D.”. E sempre tra le preferite, densissima di melancolìa che è sempre stata la cosa migliore che riuscisse a esprimere Guccini, c’è “Incontro”, sempre in Radici. Come in un libro scritto male, lui s’era ucciso per Natale, ma il triste racconto sembrava assopito dal buio…
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Credo anche io che Guccini dia il meglio di se nelle situazioni malinconiche… Come in Canzone quasi d’amore… “perchè siam tutti soli ed è nostro destino tentare goffi voli d’ azione o di parola, volando come vola il tacchino”
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Certo, ci sono vecchie canzoni di Guccini che sono talmente belle da essere icone. Ma spezzerei una lancia anche per qualcosa di meno datato come “Canzone di notte numero 3” che ha forse uno degli incipit più suggestivi mai scritti; anche “Autogrill” brilla di luce propria. Potrei ascoltare 10 volte questa fotografia messa in musica immaginando ogni volta particolari o luci differenti.
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E io che pensavo di essere la sola a immaginare le dita di Guccini a tracciare ghirigori sul bancone, l’esitazione nel parlare e quelle tendine di nylon rosa che rovinano la luce del tramonto che avevo davanti agli occhi 🙂 … Ce ne sono tante di canzoni di Guccini cui sono affezionata, “Quattro stracci”, “Vedi cara”, “Un altro giorno è andato”, “Canzone quasi d’amore”, e anche “Canzone di notte n. 3″… fanno tutte parte della playlist “Guccini” di Spotify.
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Il problema è che si iniziamo a elencare le canzoni di Guccini che amiamo non finiamo più… sarebbe forse interessante dire di quelle che non ci piacciono. Se ci penso magari qualcuna salta fuori.. Adesso ci penso…:-)
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Giustappunto.
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Questo è il Guccini ruspante quello con la voce dolce dolce sul caterpillar .
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quell’arancione e quell’azzurro sono di un contrasto bellissimo: complementari a se stessi, catturano alla grande !
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Se hai modo, stasera ascolta in streaming Como Radio International. Ore 21.30. Ci sarà ospite un pazzo che farneticherà parlando del proprio libro e di altre follie… 😉 E potresti avere una sorpresa ascoltando la musica… 🙂
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Grazie per la dritta! 🙂
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Non potevo seguire in diretta ieri sera e ho registrato per ascoltare questa mattina, ma non è facile seguire discorsi di fisica quantistica col telefono che squilla e continue interruzioni… al quarto rewind ho deciso che ti riascolterò con calma a casa stasera 🙂
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