27 gennaio 1945 (da leggere)

A differenza di altri paesi come la Francia o il Belgio, in italia il fumetto non è considerato un’arte, ma non è questo il punto adesso.
Il punto è che ce n’è uno in particolare che secondo me dovrebbe essere fatto leggere in tutte le scuole, al pari del “Diario” di Anna Frank che fecero leggere a me.

“Maus” di Art Spiegelman

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Il libro parla dell’Olocausto, rappresentando i personaggi come animali antropomorfi, gli ebrei sono topi (maus, in tedesco), i nazisti sono gatti, gli americani sono cani, ogni gruppo è rappresentato distintamente ma omogeneamente.
E la storia non è la rappresentazione sotto forma di fumetto di eventi lontani per Spiegelman, è il racconto della vita dei suoi stessi genitori, ebrei polacchi, dalle persecuzioni fino alla cattura e la deportazione nei campi di concentramento fino alla successiva liberazione ed agli eventi che seguirono.
E’ stato il primo fumetto ad essere insignito di uno Special Award del premio Pulitzer, il massimo riconoscimento giornalistico mondiale.

27 gennaio 1945 (da ascoltare)

Da ragazzina a scuola mi fecero leggere il Diario di Anna Frank. Ero grande abbastanza per capire i fatti ma non per trovarne una spiegazione logica. Sono cresciuta un bel po’ da allora, ma non l’ho ancora trovata.
Non sono mai stata ad Auschwitz o a Dachau, ma ho visitato la Risiera di San Sabba a Trieste, ed è già impressionante camminare tra quelle mura e provare ad immaginare ciò che è stato. Dico provare, perché non ci riuscirà mai nessuno che lì non ci sia stato davvero.

“Auschwitz – La canzone del bambino nel vento” Francesco Guccini & Modena City Ramblers

Da ascoltare fino alla fine.