Generatore di incontri occasionali

Alex va pazzo per i videogiochi e gli piacciono così tanto da volerne fare il suo lavoro. Così tanto che s’è preso la briga di andare in Canada per tre anni a studiare alla VFS, una scuola durissima che è tra le più qualificanti del pianeta. Ha ottenuto il diploma con tre specializzazioni, e un posto da Game Designer nella più grande azienda italiana del settore. Racconta le sue giornate, come si fa ad inventare un gioco e chi sono tutte le figure che partecipano, sorpreso ed orgoglioso di sentirmi dire che nel mondo dei bit il suo è uno dei mestieri più difficili. All’EA Sports ci è già stato ma sogna di tornarci con un pass che non sia da visitatore.

Francesca è un chimico che si occupa di ricerca su materiali bioplastici. A Terni anche il polo chimico è in crisi, e lei è riallocata alla sede di Novara. Il budget per le innovazioni è stato ridimensionato anche lì, e il grosso del lavoro verte sull’analisi di campioni della produzione, buste della spesa biodegradabili tipo quelle della Coop. A Milano conosce Edoardo, si piacciono, si amano, si sposano, ma dopo un anno tocca a lui essere trasferito, a Roma. Un amore consumato a ore, a rate, a stralci di weekend. Progetti di ampliamento familiare rimandati al 3027.

Marco ha vent’anni e nella sua vita c’è spazio solo per gli ingranaggi dei motori. Dalla campagna al confine tra Lazio e Toscana la sua passione l’ha portato a Somma Lombardo a studiare per diventare tecnico manutentore di aeromobili. La scuola è costosa e a lui pesa chiedere troppo alla famiglia, quindi torna a casa tutti i weekend per lavorare nell’autofficina del padre e guadagnarsi un po’ di soldi. Coi pezzi d’avanzo delle auto incidentate ha messo in piedi un commercio di ricambi via internet, comprensivo di torniture personalizzate. Non ascolta musica, non va al cinema, legge solo riviste del settore e gli abbiamo spiegato cosa sono Spotify e Airbnb. Un ragazzo fuori dal tempo.

Anna è un tecnico di laboratorio all’Istituto Nazionale dei Tumori. A venticinque anni passa il tempo a caccia di quelle stronze cellule che impazziscono e vanno ad invadere i tessuti confinanti. Partita da Orvieto per Torino col suo ragazzo, avevano trovato lavoro entrambi lì. Ora lei è a Milano da cinque mesi mentre lui è ancora a Torino. La distanza è abbordabile, ma la ricerca di un lavoro ragionevolmente stabile nella stessa città continua.

Un campionario di umanità splendido. Persone che succede di incontrare quando inizi ad offrire passaggi su BlaBlaCar.

“There goes my hero
Watch him as he goes
There goes my hero
He’s ordinary”

“My Hero” – Foo Fighters

 

Driving away from home 

Domenica scorsa sono stata a pranzo da amici, in un paesino poco fuori Roma a un’ora e mezza da casa mia.
La fotografia l’ho scattata con l’iPhone mentre guidavo (lo so, non si dovrebbe fare, ma come potete vedere grossi pericoli non c’erano).
Insolito paesaggio per essere di domenica mattina, nonché primo giorno dell’estate. Forse i romani si sono fatti spaventare dall’allerta meteo per il giorno precedente, che come sempre succede quando si è preavvertiti, è stato tutto fumo e niente arrosto.

Fatto sta che mi ritrovo a guidare in una autostrada praticamente deserta, giusto un’auto ogni tanto per confermarmi che sto veramente lì e non in un sonno profondo conseguenza delle ultime notti insonni.
Ecco, quando mi trovo in queste condizioni oppure di notte, potrei guidare per ore ed ore senza fermarmi mai, potrei arrivare ovunque. La strada libera e la musica nelle orecchie, non è importante neanche che ci sia qualcuno vicino a me e se c’è posso anche evitare la conversazione, il silenzio non mi pesa, anzi. A volte serve a dare libero sfogo ai pensieri, e a ricaricarsi.

La musica invece è fonfamentale, senza non si va da nessuna parte.
Per logica, quella giusta avrebbe dovuto essere il pezzo degli “It’s immaterial” citato nel titolo del post, “Driving away from home“, ma il mood che restituisce non è quello giusto, troppo calmo e riperitivo.
Quello giusto lo da il invece il pezzo di Mark Knopfler (che assoluto è uno dei miei preferiti nella storia della musica), anche se il titolo recita l’inverso di ciò di cui ho parlato fino ad ora.
A dirla tutta il pezzo in questione mi fa pensare anche ad altro, ma non è questa la sede per parlarne.

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“Going Home” – Mark Knopfler