Stai eliminando il telefono da tremila scrivanie ma eccitarsi così per il VoIP è perverso quanto guardare l’Ikea nuda dal buco della serratura.
È perverso andare al cinema Beltrade a vedere Incontri ravvicinati del terzo tipo in lingua originale per il quarantesimo anniversario dalla prima uscita. E scoprire che non vendono popcorn.
È perverso che Martín Castrogiovanni faccia la pubblicità dei materassi.
Ma è perverso anche che io sappia chi è Martín Castrogiovanni. Con la í.
È perverso che il lunedì boulder, martedì e giovedi canottaggio, mercoledì e venerdì corsa per sbronzarsi al weekend di pomodori secchi sott’olio, caprini al caffè e gin tonic.
È perverso cercare di muovere braccia e gambe e schiena e remi a tempo tra loro e con le braccia, gambe e schiene e remi di altre tre persone avendo la coordinazione di un orso che balla il tango. Ma lo era anche iniziare ad arrampicare soffrendo di vertigini.
È perverso ascoltare i discorsi da future stronzetroietteconlapuzzasottoilnaso delle dodicenni del corso di nuoto ed aver voglia di prenderle quasi tutte a sberle.
È perverso sbirciare il corpo delle altre donne sotto la doccia per constatare che mi conservo sopra la media.
È perverso circondarsi di cose come surrogati di persone e usare il cuore per misurarne i battiti con la fascia cardio.
È perverso percepire l’odore di toscano in strada e fermarsi ad annusarlo. Più che sniffare l’odore d’erba che arriva dall’appartamento al piano terra.
È perverso inchiodarsi a guardare gli allenamenti di kendo senza considerare che non mi basterebbero le sere.
È perverso trovarsi a pensare a un leone vicino ad una carpa koi.
È perverso che hai conservato le mie fotografie. Che io non ricordi che la tua maglietta di Aplocalypse Now l’avevamo comprata insieme a Londra. Che mi hai sognata e hai dovuto dirmelo. E che ti risponda Poi valle a spiegare perché è forse la cosa più normale. Ed è perverso non sentire per questo un sano senso di rivincita.
È perverso aver voglia di comprare il mazzo di milanesi che staziona da mesi vicino alle piacentine nella vetrina del tabaccaio.
È perverso che io abbia scoperto il colore rosa, che i miei capelli debbano diventare sempre più rossi e che il bianco di questa casa mi sia sempre più intollerabile.
È perverso innamorarsi di un paio di scarpe da trail running sporche e impolverate.
È perverso non aver ancora imparato a fare la spesa per uno.
È perverso scattare close-up degli occhi, dei piedi e delle cicatrici al ginocchio sinistro.
E’ perverso che io compri libri a tema basket.
”Hanno bisogno di un allenatore che insegni loro la disciplina, che li aiuti a vincere e che li faccia divertire. Prima o poi, nella vita, tutti hanno bisogno di un allenatore”
Vinca il peggiore.
“One Of My Turns” – Pink Floyd