Le liste, i numeri e le statistiche mi sono sempre piaciuti a prescindere dall’effettiva utilità del dato. Mi piace quando arriva la notifica dell’iCoso “Il tempo di utilizzo è diminuito la settimana scorsa”, è una piccola vittoria contro di lui. Mi piace sapere che nel 2018 ho dormito in media 6 ore e 14 minuti a notte. Non serve a niente, l’obiettivo di sonno è la prima feature che ho disabilitato quando ho comprato il Fitbit perché non esiste che qualcuno o qualcosa decida a che ora devo andare a dormire.

I numeri importanti hanno una direzione, devono scendere oppure salire. Non riesco a far scendere quanto vorrei il parziale sui 500 del remoergometro, e ogni volta che vado in montagna pensando d’aver fatto più fiato, dopo dieci minuti di camminata con lo zaino delle attrezzature respiro già come Darth Vader. Questo weekend però qualche soddisfazione l’ho portata a casa: imparare a salire da prima e un 6b, uno di quei passaggi che per essere superati richiedono tecnica, forza fisica e posizioni incompatibili con la gravità terrestre. Max e Mirco arrampicano da vent’anni, dopo aver visto lo sforzo costato a loro per superarlo, stavo quasi per rinunciare prima ancora di tentare. Ma no, Provare sempre.

Sorrido di un sorriso che si prolunga nel tempo, come ogni volta che riesco in qualcosa che non pensavo di. Sorrido perché se anche sotto c’erano M&M a dar consigli, là sopra c’ero solo io. Sorrido ancora domenica sera, quando riesco ad allungarmi sul divano ed accendere Netflix, che c’è ancora qualcosa che manca per chiudere il weekend.

Il trailer prometteva bene, e ora che l’ho visto tutto intero c’è solo una cosa che posso dire a chi nelle vene gli scorre ancora un ibrido di sangue e rock: guardatelo. Non è neanche necessario esser stati fan sfegatati dei Mötley Crüe per goderselo. Man mano che scorrono i minuti ti chiedi come diavolo sia possibile che siano ancora tutti lì. Come Iggy Pop. Come Keith Richards. E la scena di chiusura un brivido sotto la pelle me lo ha dato. Chissà se fa lo stesso effetto anche ad altri ibridi.

10 pensieri su “Piccole soddisfazioni tra amici

  1. E del messaggio e vibrazione “Muoviti!” non disattivabile del Garmin ne vogliamo parlare? E’ la prima bestemmia del mattino.
    Congratulazioni per l’impresa a parete. Ho sempre pensato che tu fossi una arrampicatrice asociale, e invece hai anche guidato il gruppo. Chapeau.

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  2. Personalmente non posso fare a meno dei sensori cardio e di potenza quando esco in bici, delle statistiche di tutti i generi che ho su Strava (dalla mia primissima uscita con una MTB in prestito), delle proiezioni sullo stato di forma in base alle tabelle di preparazione per la stagione…
    Insomma le statistiche, anche se l’età avanza e le prestazioni non sono destinate a migliorare, ma al più a mantenersi stabili, sono quel “giochino” che rende ogni mio allenamento significativo, anche se non gareggio e non vinco la coppa del nonno…

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  3. 6B da prima! respect! 🙂
    Io ho (finalmente) acquisito una consapevolezza: il sonno mi serve.
    ho una sveglia “nanna” puntata 8 ore prima della sveglia “sveglia”.
    Quando suona la sveglia “nanna” inizio a smettere di fare quel che sto facendo, mi preparo e vado a dormire.
    Tra i preparativi e il tempo per prendere sonno, questa cosa mi garantisce circa 7 ore di sonno 🙂

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