Take The Power Back

Stamattina ho letto questo post di Angelo Mincuzzi nel blog del Sole 24 Ore, è di giugno ma è roba che non scade, anzi, e vale il tempo della lettura.

La “mediocrazia” ci ha travolti, così i mediocri hanno preso il potere

C’è una frase di Gramsci sul muro di Vicolo Santa Caterina, il concetto di mediocrità di cui parla il post mi sa tanto vicino a quello della sua indifferenza.
L’indifferenza di chi non prende mai una posizione e si assoggetta al volere della massa, di chi tanto sarà sempre così, di chi ma lo fanno tutti e perché proprio io.
Da un lato ci sono loro, quelli che hanno scientificamente imposto la mediocrità, dall’altro ci siamo noi, quelli che se la sono lasciata imporre.

Gramsci lo aveva ben scritto molto prima, questo pezzo è del 1917, ma pare di oggi per quanto è vero e applicabile a tutto ciò che abbiamo intorno ogni giorno, ogni ora.

img_2566“Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.

L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l’intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?

Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.

Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano.

Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti”.

Antonio Gramsci – Indifferenti – 11 febbraio 1917

“Take The Power Back” – Rage Against The Machine

25 pensieri su “Take The Power Back

  1. Che belle parole! Bisognerebbe scriverle sui muri, farne dei manifesti da affiggere sui muri delle città perché tutti possano leggerle. E riflettere anche….
    Non posso che condividere sia il post che il brano…Rage against the macchine, mitici!

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      1. Esattamente, queste sono cose a prescindere dalla politica in generale.

        Ho letto l’articolo di Mincuzzi e che dire? Ha ragione anche lui, del resto questa è cosa che notiamo ogni singola ora della giornata, e di cui spesso noi stessi ne siamo complici silenziosi.

        Io non ce la faccio più con tutto questo, e nel mio piccolo mi sto dando da fare per cambiare le cose, per migliorarle, ma più si va avanti e più mi rendo conto come tutto questo sia talmente entrato nel DNA comune da essere ormai alla stregua del peggiore dei cancri o quasi.

        Risulterò antipatico e rompiscatole a molti, ma almeno un po’ di ordine e di rispetto l’ho stabilito.

        Basterebbe davvero poco a cambiare qualcosa (il mondo no, è troppo grande), ma bisogna volerlo fare davvero e sopratutto senza aspettarsi aiuti da qualcuno se non in rari casi.

        Come si dice: “volere è potere”, ma appunto ci vuole la voglia.

        Scusa se mi sono dilungato tanto.

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        1. Ognuno nel suo piccolo può fare qualcosa. Magari non servirà a niente, magari è vero che tutto troppo radicato come un cancro che ha steso le sue metastasi ovunque. Però almeno puoi dormire tranquillo e con la consapevolezza d’averci almeno provato.

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    1. Letto. Il concetto di “mediocre” di cui parla Mincuzzi nel suo post è un po’ diverso dall’accezione normale del termine (che è anche quella di cui si parla nell’articolo del corriere), ma il risultato finale non cambia molto.

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    2. Ti ringrazio per aver messo questo link. Appena letto ho comprato immediatamente il libro in questione in formato Ebook, stasera inizio a leggerlo, chissà che ci sarà scritto ma ho la sensazione che anche questo libro è a rischio ulcera.

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  2. ho letto tutto, sinceramente sono un pochino perplesso, intanto perché non è definibile il concetto di mediocrità, mediocre rispetto a cosa e a chi??? fatico ad immaginare un mondo popolato da otto miliardi di Gramsci oppure da otto miliardi di Fantozzi. La verità è che la maggioranza del popolo non è mediocre, è egoisticamente menefreghista e individualista, soprattutto insensibile a nuove ideologie utopistiche. Anche sul piano pratico… se i sindacalisti della Fiat, qui a Torino, non avessero avuto l’appoggio del popolo bue, allora ancora quasi descolarizzato, non sarebbero approdati a niente. Da ciò si evince un elemento importante, quando la massa non si accoda come un gregge alla mente pensante e/o leader di turno diventa mediocre. C’è comunque del vero nell’affermare che la vera mediocrità alberghi nella attuale classe dirigente, una mediocrità strategica e operativa nonché programmatica, vista la disaffezione crescente verso le urne da parte del popolo.

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  3. Due spunti di riflessione condivisibili. Apprezzo di più lo scritto di Mincuzzi perché non si limita a denunciare e lanciare strali (per quanto legittimi e sui quali non v’è nulla da eccepire, quelli di Gramsci, anzi densi di amare verità), ma propone degli esempi concreti su cosa intenda sia possibile fare, nel proprio piccolo, per opporsi al malcostume generale.

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  4. L’articolo di Mincuzzi fa riflettere. Saggio quello che dice ma la mediocrazia dilagante ha alimentato anche un ritorno di una grassa ignoranza di massa.

    E’ grave la Vita ini questo periodo storico. Ormai pochissimi ‘dotti’ ci insegnano a vedere le cose in un altro modo.

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