I topi non avevano nipoti

Oggi ho aperto iTunes, ho ordinato la libreria per numero di riproduzioni, e ho realizzato che tra i tanti giga di musica che ho, ascolto sempre le stesse cose, e che è proprio vero che “I fustini del Dixan dei giocattoli andrebbero sempre rovesciati tutti per terra prima di cominciare a giocare”.
Ho premuto il tasto “shuffle” e ne è uscito questo pezzo che non sapevo neanche di avere, le tracce del disco non le avevo mai ascoltate tutte.

Due giorni fa pensavo al fatto che “Non si può chiedere alle persone più di quanto non siano in grado di dare”, ora, come a seguire un filo invisibile, c’è questo pezzo a ricordarmi che comunque le guardi, le persone, nella loro essenza, restano ciò che sono. Nel bene e nel male.

Il potere dello shuffle. Grazie a Mortellaro per avermi ricordato che quel tasto è lì per essere usato (due citazioni in un solo post, non ti ci abituare!).

“Guardandole al contrario” – La Tresca featuring Orla di Bandabardò

Ci sono cose nella vita di ogni giorno
Che guardandole al contrario non sembrano diverse tra loro
C’è gente che si incontra nel mondo che viviamo
Che guardandola al contrario non cambia

Ci sono circostanze in cui capitiamo
Che guardandole al contrario non cambiano

Ci sono poi delle frasi ricorrenti
Che noi non lo sappiamo
Ma che guardandole al contrario non cambiano

La vita spesso è come un palindromo
E’ fatta di cose uniche
Ma anche di frasi all’apparenza insensate
Che di solito rispecchiano il senso della realtà
E’ come scrivere “i topi non avevano nipoti”
Lo puoi leggere anche al contrario, ma il risultato non cambia
La vita quindi dipende molto dal punto di vista
Ma le cose, i fatti, e le persone, restano ciò che sono.

34 pensieri su “I topi non avevano nipoti

            1. Vero… ma comunque il problema non si pone, in passato il matrimonio non è mai rientrato tra i miei programmi, e il futuro lo vedo allineato sulla stessa traiettoria. Poi magari domani cambio idea e mi smentisco. Mai dire mai.

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              1. Io parlavo per ….per il terzo (semmai ci dovesse essere). Anche se, visti gli esiti dei due precedenti, non credo che la data si di qualche auspicio 😛

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                1. Recidivo… questa cosa del voler necessariamente coronare un’unione con un matrimonio mi incuriosisce, perché insisti? Non è certo un contratto che garantisce la buona riuscita di una coppia.

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  1. Io ho sempre il tasto shuffle inserito, di solito pesco tra trecento o quattrocento brani, il meglio del meglio del meglio. Quando faccio una cosa ragionata miro a cosa voglio sentire 🙂
    Domenica sera ho ascoltato l’ultimo lavoro di David Crosby, per dire

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  2. mi hai riportato indietro nel tempo, quando ancora non esistevano i blog frequentavo alcuni forum, in un topic sui palindromi si scatenò una vera competizione.

    mi ha colpito questa tua frase:
    “Non si può chiedere alle persone più di quanto non siano in grado di dare”

    non pensi che questo assunto crei una sorta di medioevo dell’essere???
    un immobilismo tutt’altro che evolutivo

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    1. Del senso di questa frase ne ho parlato nel post precedete (Collegamenti).
      In soldoni vuol dire che non si possono chiedere le stesse cose a tutti, gli immobili resteranno sempre immobili, chi è portato all’evoluzione avrà sempre voglia di scoprire nuove cose, di affrontare nuove sfide. E’ una questione di carattere di fondo, e le forzature di solito hanno effetti devastanti.
      Puoi anche volere le cose giuste, ma se le chiedi alla persona sbagliata, a quella che non è in grado di darle, ne rimarrai solo deluso. Ma è anche possibile che quella persona sia “tecnicamente” in grado, ma non abbia l’interesse a farlo, ed il problema non si sposta. Non posso chiedere ad un pantofolaio di seguirmi nei miei viaggi zaino in spalla, così come non posso chiedere a qualcuno di innamorarsi di me.
      Per carattere, io sono portata al cambiamento, alle nuove scoperte, sotto tutti i punti di vista. Viaggiare, assaggiare un vino, un cibo, una sensazione, ascoltare musica che non conosco. E morirei con un lavoro monotono.
      Il mio equilibrio consiste nell’avere un lavoro fisso ma allo stesso tempo sempre diverso nei contenuti, la tecnologia è quanto di più veloce ci sia a livello di evoluzione, e io ci sguazzo dentro. E con il mio lavoro fisso posso permettermi di esaudire buona parte delle mie necessità di nuove scoperte.

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  3. Ciao Clik, ho anni sulle spalle e il tuo assunto é fondato. Nel senso che puoi chiedere di più, ma alla fine ti accorgi che é improbabile ottenere altro oltre quello che può dare. E difficilmente si cambia. Il cambiamento lo si può ottenere con una forte motivazione e con una buona intelligenza.
    Come dice Tads, sarà anche un medioevo dell’essere…ma ci si può far poco. Uno evolve se ha voglia di evolvere, se si pone mete personali più lontane da raggiungere… Un lavoro faticoso e lento che non tutti hanno voglia o sono in grado di svolgere…
    Un abbraccio
    Ars

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  4. Una mia amica era solita dire: “non puoi cercare zucchine dal macellaio”. Ed il senso era un po’ questo, le persone non si possono cambiare, quindi o frequenti chi ti piaccia e ti sia affine oppure meglio rinunciare. Parlo di qualsiasi tipo di rapporto

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    1. Il senso è proprio questo, ed è a prescindere dal tipo di rapporto.
      Il problema mi si pone nel momento in cui mi rendo conto che non c’è abbastanza affinità da proseguire… lasciar cadere un’amicizia tutto sommato può essere semplice, non altrettanto con un uomo. Odio trovarmi nelle situazioni fumose, e mi comporto di conseguenza, ho bisogno di chiarire, parlare e mettere un punto.

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  5. la palindromia ha importanza fondamentale in biologia… per dire.

    Sono d’accordo con te: una persona è quel che ha e dà quel che può e che vuole dare. Nessuno cambia per gli altri, e i problemi ciacuno li risolve da sè. Ci sono persone che vogliono cambiare e lo fanno più velocemente e meglio se la persona giusta li segue e li aiuta in questo percorso, ma parte sempre da loro.
    Il punto, quindi, è capire in fretta chi abbiamo davanti. 😉

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  6. bello tutto… in fondo, passare di qui, è come rileggere una giornata come tutte le altre, in cui però c’è un’attenzione sui particolari che ci sfuggono per la solita fretta, e dentro a questi particolari si trovano milioni di cose. E’ un po’ come quello che diceva che è altrettanto bello sia l’immensamente grande che l’immensamente piccolo, basta avere la lente giusta per vedere tutte e due le cose, e se un altro ha aggiunto che per esistere l’infinito è immensamente organizzato, allora, possiamo vedere le cose anche al contrario ma, cioè che resta, è il “tuo” punto di vista che fondamentalmente ci fa godere, e in fondo, anche se le persone non cambiano, il bello è proprio questo. Rimani pure così, perché dal nostro punto di vista, la meraviglia, è racchiusa in un click…

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    1. Grazie ^^’ per le bellissime parole, il clic ha tutta l’intenzione di rimanere così.
      Ci tengo ai dettagli, nelle persone e nelle cose, e mi piacciono le persone che li notano. Una piccola attenzione, un piatto ben presentato, un fiore, una tavola ben apparecchiata, Mi hai fatto tornare in mente un pomeriggio del viaggio in Islanda. Una settimana passata a fotografare paesaggi sterminati, cascate enormi, l’oceano. E poi un pomeriggio intero a fare macro di quei disegni inimmaginabili che si celano dentro il ghiaccio, dentro quei grossi iceberg depositati lungo la costa. Disegni meravigliosi, ghirigori che sembravano usciti dalla mano di un cesellatore, ognuno diverso dal vicino. In quelle ore avrei voluto avere con me un microscopio più che una macchina fotografica.

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    1. Che piacere avervi qui!!! Vi seguo da tanto, vi ho ascoltato dal vivo diverse volte. Quel disco l’ho comprato sulla fiducia, prima ancora di ascoltarlo, e quando i pezzi vanno a finire su iTunes con tutto il resto, capita che ne perdo traccia… Ma poi è ancora più bello ritrovarli 🙂

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