Dietro la finestra

Quanto è bella la pioggia guardata da dietro la finestra? Non quella distruttiva degli ultimi giorni, è ovvio. Quella pioggia leggera, che schizza sul vetro tutte queste goccioline, una diversa dall’altra.
Grandi e piccole, ognuna con la sua forma, tonde o irregolari.
Gocce solitarie.
Gocce che si uniscono formando un rivolo leggero che scende fino alla base.
Gocce piene che sarebbero pronte a scendere da sole ma rimangono li attaccate, impassibili nonostante il vento e le altre gocce che cercano di conquistarne la posizione.
Gocce che invece spariscono di loro iniziativa, per lasciar spazio a gocce nuova e diverse.
Gocce come tante persone che popolano il vetro di una vita intera.

“Europe, After the rain” – Max Richter

 

25 pensieri su “Dietro la finestra

  1. E sono lì che leggo e penso a tutta una serie di sentimenti che si accavallano e poi ho un pensiero che mi sembra quasi definito, roba malinconica come sempre, di pioggia e di uggia e poi leggo Lisbeth e rido. Bene così. Lo foto è stupenda.

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    1. I commenti di Lisb3th sono sempre al posto giusto nel momento giusto. Io invece a posteriori ho trovato questo mio post di oggi fuori luogo… Non accendo più la tv da mesi, e in questi giorni ho avuto poco tempo anche di leggere le informazioni dal web, e quando oggi a pranzo da mia madre ho visto cosa sta succedendo con la pioggia nel nord dell’Italia, mi sono sembrata inopportuna. E mi scuso con chi è lì a combattere contro quei disastri.

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      1. Ma si 321, francamente non penso che nessuno, ma proprio nessuno possa dare una lettura inopportuna al tuo post. E se lo facessero, sticazzi, sarebbero fuoriluogo loro che il tuo intenti e’ evidente. (Sto prendendo lezione di sticazzi ma ancora ho tanta strada da fare …)

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  2. Bambola! Che inopportuna e inopportuna…
    Il fiancé sta lì, proprio esattamente, precisamente, lì. Più lì di così, si muore.
    Ogni tanto durante il giorno lo chiamo e gli chiedo: “Aò, te sei sfrancicato giù o stai ancora lì?”.
    L’abitante della terra che se sfrancica (come lo chiamo io), ride.
    Quindi, figurati se sei inopportuna.
    Anzi, fammelo chiamà và.

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    1. Mi piacciono tutti gli elementi nella loro forma più pura, non mescolati tra di loro, l’acqua però una spanna sopra gli altri, e forse s’è capito…
      Il mood della foto è un po’ quello che mi viene di associare alla pioggia.

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  3. guarda, al massimo posso stare con te sui vetri un due-tre giorni. Pure quattro. Ma mò nun se ne può più!!! Vi sarà pioggia anche nei giorni a venire. 😥 Mi stanno crescendo le pinne. E non sono neppure una sirena! umpf!

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  4. in fondo, quelle piccole gocce siamo noi che non riusciamo a valicare il mondo reale per entrare in quello parallelo, talmente vicino quanto eternamente distante, anche se la barriera è trasparente. Allora dobbiamo riuscire a guardare al di là per capire il senso di questo sguardo…

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