C’è sempre una prima volta

Io non sono una che scrive, leggo con piacere i blog degli altri, a volte commento se ho qualcosa da dire, senza intromettermi troppo. Scrivere mi piacerebbe anche, ma ho l’ansia da prolissità, che lo so che mi dilungo troppo, non so raccontare di fatti generici, e mi chiedo cosa gliene possa fregare agli altri dei miei.
E poi mi trovo a mio agio con la fotografia, a ognuno il suo linguaggio.

Ma adesso ho un problema, e per spiegarlo c’è bisogno delle parole.
Ho aperto il blog un anno fa, subito accantonato per problemi personali, per riprenderlo più o meno da tre mesi, quindi contano solo quelli.
Il problema è che stamattina tra le notifiche ho visto un numeretto, 68 followers… e questa cifra mi dà da pensare. C’è qualcosa che non va. Non è possibile. Magari voi penserete che 68 non sono niente rispetto ai mille mila di altri, ma io non ce l’ho un termine di paragone, e comunque per me sono tanti.

Nella vita quella vera, ho un certo numero di amici ma non sono poi così tanti, pochi ma buoni, per usare un luogo comune. Non mi trovo a mio agio nelle conversazioni del più e del meno, sono più competente di musica e fumetti che di analisi comparata degli ultimi trent’anni di meteo, ergo tutta una serie di conoscenze superficiali non le so mantenere, e confesso che neanche mi dispiace. Ho alle spalle una convivenza di dieci anni, e di recente ho sostituito l’uomo con un gatto.
Nella vita quella vera, l’unico vero follower è lui, quando ha fame, quando vuole uscire o quando ha voglia di essere un po’ coccolato. Il gatto è un animale di carattere e fondamentalmente onesto, quando ti cerca, ti fa capire chiaramente il motivo, e se sta con te è perché è proprio quello che vuole in quel momento. Ho un po’ divagato, ma è attinente.

Torniamo al problema iniziale. Con alcuni di voi, ho stretto piacevoli relazioni di reciproche frequentazioni, ci leggiamo, ci commentiamo, come si potrebbe fare tra persone in carne ed ossa, a volte anche fuori di qui. Con altri ci si incontra ogni tanto, e va comunque bene. Facendo un rapido conto, sarà un quarto del totale. Un numero ragionevole per le mie capacità relazionali.
E tutti gli altri? Chi sono? Malati colti dalla sindrome da inseguimento? Biechi calcolatori che puntano a bollini da “X follows” sempre più alti con la tecnica del “seguire per farsi seguire”? Voyeur di blog altrui? Perché non danno evidenza di sé a parte quel primo clic? Un recente nuovo amico di qui mi ha detto: “Sporca quando entri, lascia un segno del tuo passaggio”, ed è qualcosa che condivido. Ricevere un apprezzamento o anche una critica mi fa piacere, è tutto costruttivo e genera dialogo. Che gusto c’è ad essere qui senza interazione? Leggere un post senza far sapere a chi lo ha scritto che ci è piaciuto? Fare lo spettatore invece che aggiungere una nostra esperienza o controbattere e argomentare se non siamo d’accordo?

Poi un’altra cosa. Non so voi, ma io nel reader la roba che non mi interessa non ce la tengo. Mi urta, mi distrae e mi fa perdere tempo. Ci tengo solo blog che probabilmente leggerò. E pochi, altrimenti rischio l’overbooking. Perché poi anche a leggere ci vuole tempo, non mi fermo al post nudo e crudo perché spesso i commenti valgono quanto e più del post stesso. Ho seguito thread mille volte più interessanti di tutti i talk show televisivi messi insieme (potevo cercare un paragone migliore che la media del talk show italiano è bassina, lo so, ma il senso credo si capisca lo stesso). Questo mondo virtuale è un bel po’interessante, ma c’è una vita la fuori, mica si può passare tutto il tempo qui a spulciare tra i blog.

E allora mi chiedo: sono solo io ad essere incapace di seguire tanti blog contemporaneamente? A cercare con le persone di qui un rapporto simile a quello che potrei avere davanti a un caffè, simpatie ed antipatie comprese? Ad interessarmi più della qualità che della quantità? Oppure ho scritto una marea di cazzate e dovrei farmi meno pippe mentali? Sono le 3:30, e quando si scambia la notte con il giorno ci può stare anche questo.

“Follow you, follow me” – Genesis

Stay with me,
My love I hope you’ll always be
Right here by my side if ever I needed you
Oh my love

In your arms,
I feel so safe and so secure
Everyday is such a perfect day to spend
Alone with you

I will follow you will you follow me
All the days and nights that we know will be
I will stay with you will you stay with me
Just one single tear in each passing year

With the dark,
I see so very clearly now
All my fears are drifting by me so slowly now
Fading away

I can say
The night is long but you are here
Close at hand I’m better for the smile you give
And while I live

I will follow you will you follow me
All the days and nights that we know will be
I will stay with you will you stay with me
Just one single tear in each passing year there will be

I will follow you, I will follow you

56 pensieri su “C’è sempre una prima volta

          1. È il tipico effetto usato nel genere. A differenza della cosiddetta “scena di Canterbury” dove si prediligeva un suono più puro per le chitarre, generalmente nel progressive (anche se i Genesis io li inquadro nell’art rock) il flanger si è molto usato.
            Maledette etichette comunque. L’unica grande e vera etichetta è “Buona musica”.

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  1. Che te lo dico a fare? Certo che hai ragione! Però, nella totale libertà che non essendoci implicazioni economiche vige qui dentro, io non capisco, ma accetto anche atteggiamenti tipo ci sono, ma non ci sono. Personalmente non riesco a seguire bene tutti i follower, quindi per me la differenza la fanno quelli che seguo con la notifica dell’email. Gli altri li seguo molto meno. Ma in fondo, ripeto, non ci sono vincoli, non ci sono regole: voglio leggere (e ultimamente avendo avuto molto tempo a disposizione ho letto molto di più) leggo, voglio scrivere (anche quello forse ultimamente ho anche esagerato) scrivo. Un po’ più divertente di Facebook, un po’ meno interessante della Fenomenologia dello Spirito di Hegel 🙂

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  2. Ci risono! Intanto meriteresti un milione di followers per il gatto. Non so se si capisce ma amo i gatti in modo scandaloso! E pensare che io ero preoccupata perché non riesco a gestire i miei 49 … ma non metterti problemi. È chiaro che con alcuni si stabilisce un rapporto più profondo ma anche gli altri fa piacere averli lì. Poi si cerca di barcamenarsi. Io poi non sono la fanatica dei 100 commenti ad ogni costo, non metto neppure Tag. Se mi trovano bene, sennò pazienza …
    Sei prolissa? E che ti frega? Se chi ti legge non ha la pazienza di arrivare in fondo … che te ne fai di uno così?

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    1. Hai ragione… Dovrei fregarmene di più invece che farmi prendere dall’ansia da prestazione…. Sono molto tollerante nei confronti degli altri ma tendo all’ipercritica quando penso a me.
      Quanto ai commenti, non è che smanio per averne di per se, ciò che mi piace è lo scambio, il confronto, perché poi come dice Romolo, è vero che se scriviamo qui alla fine è per essere letti da qualcuno. E lo scambio è bello di qualunque tipo, che si parli di musica, filosofia o si metta in piedi un MMC.

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  3. Noi ci siamo conosciute sul mio post sull’uomo ideale e alla fine ti ho chiesto un’intervista, ricordi? Ti ho trovato originale, ho cominciato a seguirti e mi piaci e, in tutta sincerità, non so nemmeno se sia reciproco. Quellp che dici anche a me incuriosisce ma solo questo. Buona giornata cara e a presto!

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  4. Lascia perdere certi concetti, non ti distrarre mai, segui la tua linea e si fiera di come sei. Io me la vivo bene qui sul blog perchè non ci capisco niente di tecniche varie,leggo quello che mi piace e anche quello che non mi piace, così, è una cosa che mi piace fare, conoscere, sentire, provare. Cmq è stato piacevole leggerti, aspetterò la seconda volta 🙂

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  5. La comunità wordpress è variegata e contiene persone di tutti i tipi. Dico persone e non nick, perché dietro il nick c’è sempre una persona in carne e ossa, anche se a volte lo si dimentica. Dietro un post ci sono emozioni, sentimenti, vita vissuta, fantasia.
    E come nella vita quotidiana, ci sono persone di tutti i tipi.
    Io credo che tu faccia bene a seguire le tue inclinazioni.
    Sei in un fiume, di acqua ne scorre tantissima, tu vuoi seguire il percorso di qualche goccia dalla sorgente al mare? Va bene. Vuoi sorseggiare qui e là per vedere cosa succede? Va bene. Vuoi solo osservare senza dare contributi? Va bene anche questo.
    Non ci sono regole, non ci sono vincoli. Ognuno fa quel che vuole.

    PS: non sei logorroica. Hai uno stile piacevole. Provaci, a scrivere, ogni tanto. 🙂

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    1. Anche per me qui ci sono persone e non nick, ed è per questo che tendo a ricercare in un certo qual modo dei rapporti “personali”. Ma leggendo i vostri commenti inizio a capire meglio anche chi si limita ad osservare senza intervenire. Nella vita vera, io sono spesso fin troppo osservatrice, e non mi va di limitarmi a questo anche qui.
      Quando si parla con altre persone “live”, vale la regola del cogli l’attimo, qui possiamo permetterci il lusso di intervenire ognuno con i suoi tempi, anche in un secondo momento riaprendo un vecchio post che desta il nostro interesse.
      E grazie per l’apprezzamento 🙂

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  6. Imho, sei favolosa. Delicata, quasi invisibile, essenziale e mai scontata. Adoro leggere i tuoi post, tanto che giorni fa ero quasi preoccupata di non aver trovato un tuo post nel reader.
    E poi, se ami un gatto sei necessariamente una persona interessante! (ne ho 6 e falsa modestia a parte, sono una parte fondamentale della mia vita)

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    1. Grazie!!!! Ecco, parole così ripagano dell’impegno e del tempo che passo qui. Fa piacere essere apprezzati, ma qualcuno che si preoccupa quando non posto niente, poi… 🙂 🙂 🙂
      Questi giorni coi problemi di lavoro che abbiamo sarò un po’ meno presente… la nostra protesta domani si sposta a Bruxelles.
      P.S.: Ho avuto anche cani in casa, ma gatti forever!

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  7. Sicuramente meno pippe mentali non fanno mai male, soprattutto se si sta parlando di blog, virtualità, web etc. Ho visto gente moricce de pippe mentali per cose de web.
    Che tu abbia un numero di follouer che non te torna, è normale. Mi stupirei del contrario.
    Ci sono gli everything liker e gli everything follouer: cliccano qualsiasi cosa se muove nel web. Nella loro ottica serve ad ottenere un maggior numero di follouer e like, una maggiore visibilità, ecc. A che pro? Spesso e volentieri BOH, oppure perché sentirsi seguiti/letti (anche se non è vero) fa sentire meglio.
    Poi ci sono i marchettari: hanno già scritto il loro libricino o pensano di farlo. Ergo cercano o di farsi notare per vendere du copie in più o si creano un futuro potenziale pubblico per du copie in più.
    Poi c’è chi girando, incappa in un tuo post che gli piace e allora dice “vabbè follouo, poi vedo”. E magari torna, oppure non torna, oppure butta un occhio distratto senza farsi vedere. Per pigrizia, per sticazzi, per qualsiasi cosa.
    Poi c’è chi, girando, incappa nei tuoi commenti e pensa: “Anvedi è una che commenta e lo fa con criterio”. Qui c’è la divisione in due categorie: quelli che amano commentare per divertirsi, per dialogare, come se si stesse davanti a un caffé e cercano un interlocutore vero (li riconosci perché non scrivono due righe, tornano e ritornano e rispondono, seguendo la conversazione, spesso leggendo tutti i commenti degli altri) e quelli che tentano di accaparrarsi il blogger commentatore in modo che poi gli faccia numero sul suo blog, gli faccia movimento, gli porti altri e crei altri numeri per le stesse motivazioni degli everything qualcosa o dei marchettari. In genere i secondi commentano decisamente più di rado e scrivendo meno.

    In merito alla lettura, invece (ti ricordi che avevo scritto che divido le tre azioni: scrittura, lettura, commento?), io non seguo tutti i miei follouer. Molti follouer sono everything qualcosa, spesso con blog fashion, cucina, cazzi e mazzi e quindi non ho ragione di seguirli. Altri follouer magari non me piacciono, non mi piace quello che scrivono o anche proprio quello che pensano, quindi non li seguo. Al contrario seguo molti blogger che non mi cagano di striscio, ne’ me, ne’ nessun’altro, ma mi piace quello che scrivono e allora leggo ben volentieri, ma non commento, lascio un like ogni tanto senza cagare il cazzo.

    Quando scrivo, invece, lo faccio per me. Per necessità. Per un impulso quasi irrefrenabile e per lasciare uscire cose.

    In poche parole (si fa per dire), quindi, fai sempre e solo ciò che ti va di fare, sennò a che cazzo serve un blog? Mica devi vendere qualcosa, ti deve divertire. Sei una persona concreta e realista, son certa che lo sticazzi si farà strada in te velocemente.

    P.S. Questo post è il tipico post in cui arrivano tutti a scrivere qualcosa (anche io, come vedi, ma io sono prolissa), così come i tipici post di “addio” – non scriverò più, lascio il blog, ecc. -: arrivano dumila persone a scrivere nooooooo, dove vai? Poi dopo due giorni fotte più un cazzo a nessuno.

    P.P.S. Sono riuscita a scrivere un commento più lungo del post?

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    1. Si forse ci sei riuscita a scrivere un commento più lungo del post, ma nell’ottica che condividiamo ci sta benissimo. Lo sticazzismo si sta facendo strada a colpi di machete (tanto per ricordare altri post in altri blog), e ci sta benissimo anche quello, anzi, dà pure una certa liberatoria soddisfazione. Aaaahhh… Respirare a pieni polmoni…. Quando lo sticazzssmo lo trasli anche nella vita privata fa ancora più bene. Potessi applicarlo a tutto sarebbe una gran cosa, e invece domani si parte per Bruxelles perché sto giro lo sticazzi sta in bocca alle persone sbagliate.

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      1. Chissà la partenza per Bruxelles cosa ti porta in queste ore notturne. Più presto del solito, di quando siamo abituate a “incontrarci da queste parti”.
        Oggi una mia amica è tornata da Bruxelles, lei è andata per viaggio di piacere, per vacanza. Tu domani partirai per ben altro.
        Ancora luoghi che si incrociano, ancora con motivazioni ed emozioni diverse.
        In bocca a quelle persone non c’è un vero sticazzi. Ci sono interessi, giri de soldi, mani in pasta, intenti che sono comunque aggressivi, anche quando sono mascherati. Lo sticazzi è meramente difensivo, non prende nulla agli altri.
        Stanotte vado via presto che c’è qualcuno mi aspetta.
        Io, dal canto mio, attendo il tuo ritorno da Bruxelles che mi auguro sia foriero di qualche buona nuova.

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  8. Clic ma che cazzo dici. Che te ne frega di chi ti segue e perchè. Io quando posso – e tempo ne ho veramente poco- passo a trovare te..Sil.la Marla. Poi se ho tempo continuo poche visite se nò chiudo. Io scrivo qualsiasi cosa mi passi per la testa. Se scrivo una poesia d’amore e magari sono sul malincinico-suicida c’è chi arriva a dire “non ti preoccupare” “coraggio” e altre minchiate e mi faccio un sacco di risate. Il blog è divertimento tuo e di nessun altro. Poi se incontri gente che ama il cazzeggio e ci stai bene nasce l’accolita. Smetti di fare la depressa e vienimi a trovare più spesso che a me piace cazzeggiare con te…mi diverte. Che cosa ti piace fare fotografare ? fotografa ! io mi sono innamorato della naturalezza dei tuoi scatti tanto che un l’ho sul telefono come salvaschermo . Se poi c’è zzzorro che ti dice che fammo cagare sai che ti dico………..sbattitene…moltiplicale…duplicale ma non le cambiare, perche questa è casa tua e in casa tua tu ci fai quello che vuoi.
    CHI MI AMA MI SEGUA DARLING E CHI NON MI AMA SE NE PUO’ ANDARE AFF…
    Kiss

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    1. Spesso, quando ti leggo, me commuovo Niphus.
      Ecco anche fosse solo per 1 persona val la pena avere un blog.
      “Scrivo qualsiasi cosa mi passa per la testa” mi piace da morire.
      “Mi faccio un sacco di risate” mi piace.
      “Se incontri gente e ci stai bene…” mi piace.
      Niente like, un “mi piace” scritto, espresso, motivato. Così come farei di persona.

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      1. A volte Lisbeth hai il profumo di vaniglia e lasci un sapore di zucchero e miele. Perdi completamente la tua acidità e non mi sembri neanche tu. Pari una di noi mortali e non superlisbeth l’immortale asessuata. Lo so che nel reggiseno nascondi un rasoio pronto allo squarcio tracheale ma ogni tanto mi piace leggerti così………………..umana.

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      2. Niphus fai commuovere pure me lo sai? Pure se ho poco tempo, tanto una capatina da te e dalle altre poche persone che sai la faccio. Magari leggo velocemente, e non commento, ma vengo a vedere. In questi giorni che siamo tutti insieme alla nostra nuova postazione di lavoro (le scale della prefettura…), qualche mia collega m’ha pure tacciata di asocialità, ma sai che ti dico? Uno STICAZZI alla Salander di dimensioni spropositate…. Ma vuoi mettere leggere di voi rispetto a sentire ore di disquisizioni sulla bontà dell’asilo delle orsoline? E vogliamo parlare della scelta delle maschere di Halloween, che già mi sta sulle palle come festa, figuriamoci pure a sorbettarmi che la bambina A vuole le ali da pipistrello mentre la B le pretende da fata? Ecco queste sono le cose che mi deprimono, non i dubbi che mi possono venire qui dentro. Questo è Il mio angolo, come ho detto più di una volta le mie foto hanno un senso per me, ma non necessariamente per chi le guarda. Come dice Lisb3th, basta anche una sola persona cui riesco a trasmettere il senso di una fotografia e sono felice. E sottoscrivo anche tutto il resto.

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        1. Ah ma sei qui!!!
          Ma pensa! Ti scrivevo mentre tu commentavi Niphus.
          La bontà dell’asilo delle orsoline??? Mi autocensuro il commento…
          Sono contenta di averti “beccata” anche solo per un attimo. Di notte è tutto diverso. Tutto. So che lo sai.
          Vado che qui domani si alzano alle 5 per ripartire…
          Un bacio.

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    1. Ah meno male! Soprattutto non siamo numeri. Non facciamo numeri. E non siamo numeri per qualcun’altro, pure se ce prova. Al limite faccio qualche numero pirotecnico, da trapezista e, soprattutto, facendo roteare le balle.
      E oggi rispondo io ai commenti altrui, invadente come una vicina pallosa che te si ficca in casa tutto il giorno.

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  9. Ciao,
    capisco quello che dici e ti confesso che spesso premo il tasto follow soltanto per ricambiare, perché altrimenti mi sentirei scortese. Poi ogni tanto sfoglio il reader, trovo quello che mi interessa e leggo.
    Insomma non mi faccio tanti problemi, trovo quello che mi piace, leggo e commento.
    Buona serata!

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  10. Leggo il tuo post, poi leggo il commento della mia figliuola e poi quello di niphus e capisco che la risposta sta tutta qui.
    Sticazzi followers e marchettari e chi manco legge il titolo e chi invece legge e non capisce una cippa.
    Trovi quella cerchia di bloggers che hai piacere di seguire.
    E poi, si incontrano tre o quattro o cinque rarità, con le quali si parla la stessa lingua. E si cazzeggia, si decima.
    Si scherza e anche no.
    P.s. followo pochissimo (e infatti sono pochissimo followata), perché detesto il reader intasato di fuffa.

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    1. Quelle rarità che valgono l’essere qui, che a volte travalicano il qui e vanno oltre. Sticazzi chi clicca a caso. Sticazzi chi si ferma alla superficie. Nonostante i tempi potenzialmente dilatati, qui non so essere diversa dalla realtà. Pochi ma buoni, si. Non faccio la splendida e non mi sento superiore, ma cerco spessore, anche nel cazzeggio, altrimenti non mi diverto.

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  11. E poi leggi post e commenti così e dici sì, forse effettivamente ne vale ancora la pena. Una sola cosa non mi convince (non mi ricordo neanche più chi l’ha scritta e mo’ mi rompe andarla a ritrovare). Chi scrive un blog non scrive solo per se stesso, su, è ‘na calla! Certo che scriviamo per noi, ma è ovvio che scriviamo per essere letti. Poi, se vogliamo, anche i lettori non sono tutti uguali. Ma mentre possiamo sceglierci quelli che leggiamo, non possiamo scegliere chi ci legge. E quindi magari qualcuno che ci farebbe piacere ci leggesse non ci caga e invece abbiamo sempre tra le palle quelli che Lis giustamente chiama everything liker. Un po’ la metafora della vita!

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    1. L’ho scritto io, biondo.
      E te lo confermo. E te lo dimostro. Ho avuto blog “senza tag”, quelli che se non sai come cercarli come una spia guardona (cioè io) non li trovi da nessuna parte. (Ce ne sono centinaia: persone che non sono lette da nessuno e non commentano, non rispondono agli altri, non laikkano, se ne fottono).
      E dopo aver capito che si trovano anche i blog introvabili, ora ho blog privati: scrivo e leggo SOLO io.
      Quindi sì, si scrive anche solo per sé, come si faceva con il proprio diarietto segreto.
      Perché? Perché una personalità è composta di tanti aspetti, tante facce, è un prisma, un poliedro. E chi ha il bisogno IRREFRENABILE di scrivere, come me, non ha alcun desiderio di palesare o condividere tutte le facce.
      Ho sempre scritto, da che ho imparato a scrivere, pagine e pagine e pagine di qualsiasi cosa. Ho scritto milioni di lettere, epistole. Alcune le spedivo, altre no. Lo faccio ancora. Qui sul web, nei blog.
      Dai, fammi la domandina pappappero che fanno tutti: – E allora perché non scrivi su un bella paginetta di word? -.
      Perché per qualsiasi lavoro io abbia fatto, dalla professione quella “seria”, alle traduzioni, alla scrittura di sceneggiature, all’editing, ho sempre scritto. Aprire una pagina word per me significa dovermi strutturare il pensiero a seconda di. Mi incanala già in una dimensione costretta. E non sono più capace di scrivere con penna e foglio. Proprio incapace.
      Questa è la mia motivazione. Oppure potrei dirti che ciò che viene scritto nella rete ha qualcosa di rarefatto, qualcosa che si ha la sensazione si disperda, si perda nell’aere. Che diventi come un atomo, una particella che si mischia tra altre, minimizzandosi. E’ il desiderio di perdersi e di non aversi sempre presenti.
      Sai che qualche volta m’è capitato di ritrovarmi per caso, cercando altro nel web, blog dimenticati, di anni passati? E’ una sensazione strana: leggo, penso “anvedi! e chi si ricordava!”, mi rileggo, mi accorgo di quanto sono cambiata, mi accorgo di tante cose.
      Ecco, ho scritto un altro commento/post. Ma è una cosa che mi piace puntualizzare (mi piace puntualizzare tutto, al limite del cagare il cazzo), perché vorrei che chiunque avesse sempre ben presente che Se Stesso non è un paradigma attraverso il quale valutare l’universo, non è che “siccome tu”, allora per chiunque è così.
      C’è tanto, tanto altro nell’universo oltre il sé.

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      1. Io mi sono accorto che: guidavo e scrivevo…mangiavo e scrivevo….ero in bagno e scrivevo…più che scrivevo…creavo, mettevo insieme pensieri e parole. Questi pensieri rimanevano lì dove ero. In realtà non li mettevo giù da nessuna parte ..non li conservavo. Da qui l’esigenza del blog. Scrivere,,sempre e solo scrivere.

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  12. Ho letto pensieri.
    E, credo, vadano letti perché, in un preciso momento interessanti.
    Non può esserci una regola in questo mondo bizzarro fatto di pixel, uomini e bit.
    Vi sono attimi. Di lettura, passaggio, superficialità a volte.
    Ma chi si ferma per guardare, osservare, è perché cavalca una esperienza che dura un baleno.
    Un po’ come la vita.
    If you love me (disco lips mix) – chanel

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  13. Ti seguo da poco, mi piacciono i tuoi scatti, anche cera musica che metti. Commento poco, spesso per una questione di tempo. A volte leggo post di fretta e non capisco bene, così ci torno su appena posso leggere con più calma. Certe volte é difficile commentare o, più semplicemente, sento che non mi vengono le parole giuste e allora lascio perdere e metto solo un like.
    Una vita fa ero più presente, poi le cose cambiano, si sceglie come altrimenti usare il proprio tempo.
    Ciao, buona giornata
    Ars

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  14. Non ci sono vere e proprie regole qui, come un po’ in tutto il web. Se ti piace un blog, lo segui, altrimenti no. Ho scritto anche io in passato e parlo tuttora con altri blogger del valore di un like o di un follow che per certuni sembra vitale. Dipende comunque da cosa vuoi fare qui.
    Condivido le tue parole. Io stesso non riesco a leggere sempre tutto. A volte lo faccio dopo giorni, altre volte prendo tutte le notifiche via mail (non uso il reader) e le cancello in un colpo solo perché so che non potrei recuperare. Quando non hai tempo fai un po’ selezione tra chi segui, non c’è niente di male.
    Ho letto casualmente il commento di Romolo, ecco, la penso come lui.

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  15. Ho un blog da quattro mesi e non bado ai follower. Amo scrivere e fotografare, ma uso il blog principalmente per comunicare con le parole. Però, un blog senza immagini non va proprio bene e metto anche quelle, descrittive del tema del post. Seguo chi posso o chi riesce a catturare il mio interesse, a questo scopo è utile il reader: mi faccio un’idea. Come dire: sfoglio la rivista e leggo ciò che mi piace. Nessuno legge per filo e per segno tutto il quotidiano, o più quotidiani in una giornata, scorre i titoli, gli occhielli e approfondisce qualche articolo ecc. Lascio sempre un segno del mio passaggio, è un saluto, una condivisione. Ovviamente è impossibile visitare sempre tutti i blog amici. Tu racconti molto bene, si capisce che sei autentica e le foto sono stupende. Un caro saluto. Pina.

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  16. Ti seguo non tanto per ciò che scrivi, per ciò che racconti, per ciò che ci fai vedere con le tue splendide fotografie ma per il modo in cui fai tutto questo !
    E’ sempre più raro trovare persone che riescano ad uscire da questo inferno, che riescano a tirar fuori dalla solita vita di tutti i giorni, la poesia, la pura poesia dell’esistenza fatta di cose non dette ma trasmesse attraverso strumenti reali.
    Il tuo Blog è già accattivante per lo sfondo nero, per le parole in grassetto(forse) colorate di celeste e per le incredibili inquadrature che fai ! Non c’è una sola foto banale e non c’è nessuna foto che non voglia dire ciò che è più dentro la tua testa che impresso sulla pagina.
    Non sono doti comuni, e un’indiscutibile sensibilità e intelligenza la fanno da padrone !

    Continuo a seguirti per questo e potresti fare un post sul pane e salame ed io ci sentirei il gusto segreto delle tue emozioni nel descriverlo !

    Ciao.
    Stefano.

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