Il post di oggi non doveva essere questo, ma ho voluto dare immagine e musica a quello di un amico.
Chimica & Normalità.
“Somebody” – Depeche Mode
“Somebody”
I want somebody to share
Share the rest of my life
Share my innermost thoughts
Know my intimate details
Someone who’ll stand by my side
And give me support
And in return
She’ll get my support
She will listen to me
When I want to speak
About the world we live in
And life in general
Though my views may be wrong
They may even be perverted
She will hear me out
And won’t easily be converted
To my way of thinking
In fact she’ll often disagree
But at the end of it all
She will understand me
I want somebody who cares
For me passionately
With every thought and with every breath
Someone who’ll help me see things
In a different light
All the things I detest
I will almost like
I don’t want to be tied
To anyone’s strings
I’m carefully trying to steer clear
Of those things
But when I’m asleep
I want somebody
Who will put their arms around me
And kiss me tenderly
Though things like this
Make me sick
In a case like this
I’ll get away with it
Tu… mi stai lasciando troppo senza parole.
E’ che non ci sono abituato.
Poi si accavallano i respiri.
Uno degli scatti più belli che io abbia mai visto. Dico davvero.
E la musica… … è… … lacrime. Anche di gratitudine pura, sincera e disinteressata.
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… solo quello che sentivo…
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Bel bianco e nero! Complimenti! Sì… citazionismo dsl basso!
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🙂
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Certo che se mi metti i Depeche ed un paesaggio con una sedia a sdraio, mi viene subito in mente “Enjoy the silence”.
Le fotografie in bianco e nero hanno sempre una malinconico gusto rétro che mi è gradito assai.
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Hai assolutamente ragione, in qualunque altro caso avrei messo anche io “Enjoy the silence”.
Ma questo post era un regalo per un amico, e il pezzo giusto da regalare era “Somebody” 🙂
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Ecco, quando trovo queste foto mi viene voglia di far revisionare la mia vecchia Contax, e di andare a recuperare ingranditore e bacinelle. Poi però mi passa 😦
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Nonostante l’innegabile fascino del mezzo tradizionale, capisco che rimettere in moto tutta l’attrezzatura possa essere complicato e di difficile gestione.
Ma se il fine è solo quello di tornare a scattare, te la potresti cavare in modo molto più agevole. Il mio sogno nel cassetto è una Leica Monochrom.
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Beh …ai tempi per la Contax e le ottiche Zeiss avevo speso quasi dieci milioni di vecchie lire ….però ci ho fatto di tutto incluso portarne la nel deserto (motivo per cui dovrei farla revisionare, la sabbia si è infilata in ogni dove). Il digitale non mi affascina più di tanto, ed anche un mio amico professionista (foto di moda) mi dice che come l’emulsione non ce n’è
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Che come l’emulsione non ce n’è, è sicuro e la pellicola non è ancora paragonabile al sensore di una reflex digitale. La scelta del mezzo “moderno” è dettata fondamentalmente da ragioni di comodità. Anche la mia reflex (digitale!) è venuta con me nel deserto, ma senza effetti collaterali. Ciò non toglie che anche io subisco il fascino del mezzo tradizionale, e prima o poi approfondirò l’argomento.
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Comunque confermo Cartier Bresson (sic!) ….ed anche Berengo Gardin dice di essersi accorto di aver trovato buone foto solo dopo averle viste tra le tante scattate: sono l’occhio e l’occasione a fare la differenza.
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altra cosa….. ora i filtri li applichi in photoshop (et similia), con le reflex a pellicola dovevi applicarlo all’obiettivo, e decidere quale colore usare per ottenere l’effetto voluto. Così magari ne scattavo 3 o 4, per poi decidere in fase di stampa quale fosse la mia preferita.
Ora non puoi più sbagliare ….e non so se sia un bene o meno
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Non condivido l’uso selvaggio di photoshop per stravolgere le foto, tant’è che non ho mai imparato ad usarlo. Uso i filtri sull’obiettivo così come si faceva con le reflex a pellicola, perché voglio che la fotografia esca così come l’ho pensata direttamente dalla macchina, e comunque non c’è confronto tra un filtro “vero” e un software.
Quando sento qualcuno dire “non ci perdere tanto tempo a scattare che poi l’aggiusti con photoshop” mi si accappona la pelle.
Se voglio fare qualche esperimento strano, uso Hipstamatic, e un paio di esempi ce ne sono nel blog.
Di tutte le foto che vedi qui, solo quelle in bianco e nero sono state “trattate”, perché il RAW prodotto da una digitale è sempre a colori, tutto il resto, “as is”.
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P.S.: Nel fine settimana mi son goduta la mostra di Cartier-Bresson a Roma. La maggior parte delle stampe sono vintage o molto vicine all’epoca dello scatto. Meravigliosa.
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